Las: 40 licenziati riassunti in trenta in un’altra società

24 Febbraio 2013

Tortoreto, il mobilificio di Pedicone per far fronte alla crisi esternalizza tutto il settore di trasporti e logistica

TORTORETO. La Las Mobili cambia per far fronte alla crisi. Il gruppo industriale che opera nel settore del mobile e che conta 302 dipendenti, una settimana fa ne ha licenziati 40. Sono 18 operai, due amministrativi e 10 autisti. Il licenziamento è avvenuto sabato 16 febbraio. Martedì 19, 30 dei 40 inseriti nelle liste di mobilità sono stati riassunti dalla logistica Adriatica srl. Si tratta di una società sempre collegata al gruppo Pedicone, che si occuperà di logistica e trasporti. L’operazione sarà completata a breve, fra meno di un mese: il tempo necessario per il trasferimento alla nuova società di mezzi e attrezzature.

Si tratta di un progetto a cui l’azienda stava lavorando già da tempo, e che avrebbe dovuto coinvolgere anche il settore presse, ma questa parte dell’operazione è stata congelata. La filosofia di fondo del progetto è la riduzione dei costi di gestione. I due reparti sono costosi da mantenere soprattutto in un momento di riduzione dei volumi produttivi.

Quindi, creando un’azienda “esterna”, ma sempre della Las mobili, questa potrebbe fornire servizi anche ad altre industrie del settore, in Abruzzo ma anche oltre. E’ un po’ come accaduto per il distretto del mobile di Pesaro, in cui le fabbriche per le presse si rivolgono a aziende specializzate a Pordenone. «L’organizzazione del lavoro», spiega Silvio Amicucci, segretario generale della Fillea Cgil, «non era più rispondente alla logica costi-ricavi. Da un’analisi si è visto che quando scendono i numeri delle commesse - come durante questa crisi - si hanno settori in forte perdita. Inoltre la nuova società se riesce a offrire un servizio di logistica a tutto il territorio e oltre, ha spazi di mercato notevolissimi». Va da sè che è importante che la Las Mobili riesca a creare una rete di mobilifici a cui offrire il servizio di trasporti, altrimenti l’operazione non sarebbe redditizia.

Il discorso in una fase successiva si potrebbe ampliare per altri settori, ad esempio appunto il settore presse, incarditano nell’ambito della “prima lavorazione”: in questo settore lavorano 12 operai. Ma l’operazione presente al momento ostacoli organizzativi e burocratici. Anche in questo caso una società che si occupa del settore presse potrebbe farlo per tutti i mobilifici teramani e non solo. D’altronde al momento non si vede all’orizzonte una ripresa del settore del mobile, ancor più di quello per ufficio. E i ricavi, già fortemente diminuiti, sono stati ulteriormente erosi da un costante aumento dei costi delle materie prime e dall’impossibilità di recuperare almeno parte di questo aumento sul prezzo finale del prodotto.

Oltre a questa operazione il gruppo fondato da Giulio Pedicone continua nel ricorso alla cassa integrazione guadagni fino a settembre: per 30 operai è a zero ore, per gli altri a orario ridotto.

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