ROSETO

Manufatti e lavori abusivi in 5 stabilimenti balneari: blitz della guardia costiera

Le strutture non autorizzate, usate per preparare e distribuire alimenti e bevande, sono state chiuse dalla Asl. Riscontrate irregolarità urbanistiche

GIULIANOVA. Al termine di una serie di verifiche, la guardia costiera di Giulianova ha accertato la presenza, in cinque stabilimenti balneari ispezionati a Roseto degli Abruzzi, di strutture in legno di varie misure utilizzate per la preparazione e la distribuzione di alimenti e bevande. Esse sono risultate "realizzate in totale difformità della comunicazione presentata all’ufficio demanio del Comune di Roseto e, come si legge in una nota, "in totale assenza dei titoli autorizzativi di natura demaniale, edilizia e paesaggistica". La Asl di Teramo ha disposto l’immediata sospensione, all’interno dei locali in questione, di qualsiasi attività di preparazione e distribuzione dei alimenti e bevande per la mancata comunicazione, nonché, per l’assenza di qualsiasi requisiti di condizioni igienico sanitaria.

L’attività ispettiva svolta dal personale della guardia costiera di Roseto, insieme al personale dell’Agenzia del demanio di Pescara, ha evidenziato inoltre che alcune delle strutture balneari controllate "avevano subito dei lavori di ristrutturazione edilizia mediante delle modifiche interne ed esterne di carattere edilizio e demaniale, senza la licenza suppletiva, in assenza e/o in totale difformità e con variazioni essenziali del permesso di costruire e senza l’autorizzazione paesaggistica. Gli abusi sono stati eseguiti, tra l’altro, su un’area demaniale marittima, soggetta a vincolo paesaggistico, che per la sue caratteristiche è stata definita di notevole interesse pubblico". Per queste difformità i gestori sono stati segnalati all'autorità giudiziaria per i reati di: innovazioni abusive sul demanio marittimo, abuso edilizio per aver costruito in assenza del permesso di costruire, distruzione o deturpamento di bellezze naturali per aver edificato, su un’area demaniale marittima dichiarata di notevole interesse pubblico, senza la prevista autorizzazione paesaggistica.