Marineria: fermo pesca breve servono almeno due mesi

Per gli operatori 40 giorni non faranno ripopolare il mare e i turisti non mangeranno prodotti locali I negozi si attrezzano: «Dal 6 agosto ci riforniremo dal Tirreno o dalla Sicilia senza aumentare i prezzi»

GIULIANOVA. Quasi un mese e mezzo di fermo non basta per risollevare il settore della pesca, da tempo messo in ginocchio da caro-gasolio, crisi economica e misure restrittive da rispettare: i pescatori accolgono favorevolmente solo in parte la decisione del fermo biologico per l'estate 2012, dal 6 agosto al 17 settembre, assunta dalla Commissione consultiva centrale del ministero delle Politiche agricole. «Di certo il fermo non è una soluzione, semmai una misura tampone», sostengono i pescatori del porto di Giulianova.

Quali sono le motivazioni di tali affermazioni? «Il pesce scarseggia, quindi la pausa non sarà sufficiente a far sì che il mare si ripopoli adeguatamente», ribadisce la marineria. E propone alternative più efficaci: «Fermo biologico per almeno due mesi (come avvenuto nel 2011), quindi fino ai primi di ottobre, con i rimborsi concessi subito ai pescatori». Come già riportato dal Centro in passato, infatti, le indennità per le imprese e i fondi della cassa integrazione straordinaria in deroga per gli equipaggi impiegano molti mesi per essere concessi ai pescatori. I rimborsi per il fermo del 2011, per intenderci, sono stati concessi nella loro interezza solo a maggio, dopo oltre 9 mesi insomma. Il decreto approvato in questi giorni stabilisce che l'attività di pesca sarà interrotta, per il tratto di costa adriatica tra Pesaro e Bari, dal 6 agosto al 17 settembre. Se parte dei pescatori approva il periodo scelto per lo stop, altri avrebbero preferito posticiparlo, per consentire ai turisti presenti ad agosto in città di poter gustare il pesce locale, infine altri ancora avrebbero preferito che il fermo fosse stato effettuato molto prima, verso maggio, quando i pesci si riproducono.

Nel periodo del fermo, a Giulianova, resteranno in porto una decina di barche dedite alla pesca a strascico e 5 per la cattura del pesce azzurro, i due tipi di pesca più penalizzati dalla crisi e dalla scarsità di pesce. Opereranno invece le numerose vongolare, alcune imbarcazioni per la piccola pesca ed un paio di lampare, quindi sarà possibile continuare a reperire vongole, panocchie, sogliole, seppie, triglie, gallinelle (mazzoline), mormore, scorfani e mazzancolle. E chi volesse acquistare specie di pesci non reperibili con il fermo, potrà farlo lo stesso? «Disporremo di pesce fresco anche durante il fermo, pescando in Sicilia o nel Tirreno gamberi, scampi, merluzzi e pesce da zuppa», afferma Vittorio Cartone, titolare di una pescheria in via Gorizia, « Avremo, come sempre, cernie, dentici ed orate provenienti dall'estero». Ma al consumatore quanto costerà in più approvvigionarsi di pesce durante il fermo? «I prezzi rimarranno invariati. Non possiamo rischiare di fermarci aumentando i prezzi, con la crisi che c'è non ce lo possiamo permettere», conclude Cartone.

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