Melania, le prime bugie di Parolisi

I verbali del sopralluogo a Ripe due giorni dopo il ritrovamento del cadavere di Melania Rea: davanti ai carabinieri e magistrati Parolisi (foto) nega i tradimenti e il profilo Facebook
TERAMO. Le prime bugie di Parolisi prendono forma due giorni dopo il ritrovamento del cadavere di Melania. E' il 22 aprile quando il caporal maggiore si reca nel bosco di Ripe con magistrati e carabinieri. Parla, racconta che venti giorni prima ha fatto l'amore con la moglie proprio nel posto in cui è stato ritrovato il cadavere, dice che Melania conosceva tutte le soldatesse del suo corso perchè lui le aveva presentate al giuramento. Ma nega relazioni sentimentali extraconiugali, nega contatti con le soldatesse che addestra, nega di aver un profilo su Facebook, dice di aver riconosciuto il posto dove è stata trovata la moglie dalle foto che il suo amico Raffaele Paciolla ha scattato a Ripe con il telefono cellulare (una circostanza successivamente smentita dallo stesso Paciolla e dagli investigatori dopo aver esaminato il telefonino dell'uomo consegnanto spontaneamente dallo stesso). Nelle quaranta pagine del verbale di trascrizione della registrazione dell'audizione le bugie del caporal maggiore Salvatore Parolisi, che quel giorno è ancora parte lesa, diventano parole scritte nero su bianco. «Ci dica la verità», gli chiede il pm Umberto Monti della procura di Ascoli (che ha seguito il caso prima che per competenza territoriale l'inchiesta passasse alla procura di Teramo), «lei aveva, adesso, una relazione, un'amante, o qualcuna con cui si vedeva? Un affetto? Qualcuna nel servizio militare?». Il militare risponde: «No, no. Non ho mai perso la testa per nessuno. Vi ripeto, pure sul lavoro a volte ci sono belle ragazze, pure becchi la ragazzina di 18 anni che sembra anche più grande». Intanto Mauro Gionni, il legale della famiglia Rea che ha chiesto l'affidamento temporaneo della figlioletta di Salvatore e Melania, nei giorni scorsi ha presentato un'istanza al tribunale dei minori di Napoli per chiedere che venga anticipiata l'udienza fissata per il 2 dicembre. I giudici partenopei sono chiamati ad esprimersi anche sulla richiesta di revoca della patria potestà a Parolisi fatta dalla procura dei minori. Per i magistrati minorili l'omicidio di Melania presumibilmente è avvenuto alla presenza della minore e la condotta del padre «è pregiudizievole» all'interesse della figlia. Secondo l'accusa dei magistrati ascolani e teramani, infatti, Parolisi avrebbe accoltellato la moglie nel bosco di Ripe mentre la bambina dormiva in macchina. Il caporal maggiore si è sempre proclamato innocente, ribadendo in ogni occasione di aver portato la moglie e la figlia a Colle San Marco, il pianoro ascolano da cui poi la donna sarebbe sparita per sempre nel pomeriggio del 18 aprile dopo essersi allontanata alla ricerca di un bagno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA