Moda, le imprese puntano al Giappone

Gli industriali del polo d’innovazione dell’abbigliamento incontrano la scrittrice Ishikawa: presto una missione a Tokyo

TERAMO. Cultura ed economia, un binomio non nuovo anche se forse ultimamente dimenticato. A riproporlo sono le imprese del polo di innovazione della moda che hanno colto l’opportunità di stabilire un ponte con il Giappone. Ieri a Giulianova si è svolto un incontro con la scrittrice giapponese Yasuko Ishikawa, che ormai da tempo ha stabilito un legame molto stretto con l’Abruzzo. Ha infatti scritto un libro sulla figura di Alessandro Valignano, il missionario di Chieti che 400 anni fa sbarcò sull'isola giapponese di Kyushu, e ora ne ha pubblicato un altro, "Abruzzo misterioso", presentato a Roma qualche giorno fa alla presenza di Gianni Letta.

La scrittrice, che oltre ad essere appassionata di storia, lo è anche di economia, ieri mattina ha visitato alcune aziende aderenti al polo “Moda Inn”. Ishikawa ha ricambiato invitando una delegazione di imprenditori il 4 ottobre al premio Valignano a Tokyo. «Abbiamo concordato di organizzare una mostra con le aziende del polo a Tokyo», annuncia il presidente, Francesco Palandrani, che altri imprenditori del consiglio d’amministrazione del polo ha avuto un incontro a tutto tondo con la scrittice e con alcuni suoi collaboratori. «La cultura non guasta negli affari», commenta Palandrani, «siamo appunto partiti dall’idea di abbinare la cultura all'economia. Il Giappone è d’altronde la terza potenza mondiale a livello di Pil. E i suoi abitanti apprezzano molto le produzioni italiane di alta qualità. Avere un'ambasciatrice di questo calibro dell'immagine abruzzese e quindi anche dei nostri prodotti è un viatico notevole. In Giappone grazie al suo libro già si parla del nostro fazzoletto di terra, e dopo il libro che fa conoscere l'Abruzzo, possono arrivare le imprese abruzzesi a far conoscere e quindi esportare i propri prodotti».

Tantopiù che nel giro nelle fabbriche Yasuko Ishikawa è rimasta favorevolmente colpita da organizzazione e prodotti. «In Giappone le nostre imprese possono operare in maniera individuale perchè i volumi sono diversi da quelli molto più grandi richiesti in Cina», spiega Palandrani, «c’è un assetto distributivo diverso, più a misura del nostro imprenditore. Senza contare che un altro effetto positivo, perchè no, potrebbe essere sul nostro turismo».

Palandrani annuncia un’altra iniziativa che subito dopo l’estate metterà in campo sempre in Asia, questa volta però in Cina: «Stiamo creando un marchio unico per le aziende associate da utilizzare su una piattaforma internet in Cina. In quel Paese ci sono 700 milioni di utenti internet: quindi punteremo anche sull’e-commerce, in modo da aprire un altro canale per le nostre aziende. Stiamo scegliendo in queste ore il nome da dare al nostro brand».

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