Moda, parte il piano salva imprese

Palandrani: ‹‹L'obiettivo è riportare la grande produzione qui da noi››

TERAMO. La scommessa è di quelle sul filo del rasoio: rilanciare il sistema moda di tutto l'Abruzzo in tre anni. Francesco Palandrani, imprenditore di Giulianova che opera nel campo della pelletteria, è stato appena nominato presidente del polo di innovazione tecnologica del settore manifatturiero. Un comparto in forte crisi, soprattutto in provincia di Teramo, dove negli ultimi anni hanno chiuso centinaia di aziende. La Regione - il progetto dei poli è stato portato avanti dall'assessore allo Sviluppo economico Alfredo Castiglione - ha nominato Palandrani venerdì scorso, affiancato da due vice: Domenico Ottaviani (titolare dell'Antica sartoria di Pescara) e Giovanni Di Michele (titolare della D&D pelletteria di Mosciano).

CHE COS'E'. Sessanta imprese del settore del tessile, dell'abbigliamento e della pelletteria si sono costituite nel consorzio "Moda Inn" che ha vinto il bando per il polo d'innovazione, previsto dal programma operativo regionale Fesr. Ma il presidente la definisce una ‹‹struttura aperta›› per cui ritiene che presto le adesioni saliranno a quota 100. Promosso da Cna, Confindustria e Confartigianato, il polo può contare su 2 milioni e 600mila euro di investimenti - per metà pubblici e per metà privati - nei prossimi cinque anni, che saranno rimpinguati dalla partecipazione a bandi per fondi europei. La sede è a Chieti, ma saranno aperte sedi operative in altre province. L'obiettivo è rilanciare uno dei settori più martoriati dalla crisi innovando profondamente la sua struttura. Oltre alle aziende - dalla Sixty di Chieti alla Montefiore di Sant'Egidio alla Vibrata - al polo aderiscono anche centri di eccellenza nel campo della ricerca come il Mario Negri Sud, il Cervas dell'università D'Annunzio, il Centro de investigaciòn y desarollo textil di Buenos Aires e scuole superiori che hanno attinenza con il settore moda.

IL FUTURO. ‹‹Iniziamo da subito una serie di incontri (il comitato ristretto di lavoro si è già riunito 18 volte, ndr) con tutti gli imprenditori, sui territori›› esordisce Palandrani, ‹‹per capire quali sono le esigenze più immediate. Il polo pensiamo sia una pietra miliare per mettere un punto e ripartire. E soprattutto far ripartire la produzione e creare nuova ricchezza da ridistribuire in tutto l'Abruzzo. Mi impegnerò per far ripartire la produzione in Abruzzo e se mi accorgo che stiamo perdendo tempo mi dimetto. In sostanza si apre una nuova era dal punto di vista sociale››. Il presidente intanto pensa che c'è bisogna di dare un impulso all'internazionalizzazione: ‹‹sono ancora poche le aziende collocate a livello internazionale. Ma non basta: c'è bisogno di formare le maestranze per gestire i nuovi flussi di lavoro. C'è in sostanza da rifondare l'intero settore. Bisogna concentrarsi sui giovani, che non si avvicinano al settore, creando scuole per la pelletteria e l'abbigliamento. Non bisogna poi perdere il patrimonio di esperienza e qualità che è stato il vero tesoro del sistema produttivo in Abruzzo. E in questo siamo agli sgoccioli: entro un anno si perde il bagaglio culturale accumulato in tanti anni. Ormai poche aziende hanno ancora la produzione "Made in Abruzzo". E invece un settore è ricco quanto più si fa produzione in loco››. Una voce in controtendenza, sfavorevole alla delocalizzazione, dunque. ‹‹Tenendo la produzione qui si attua un circolo virtuoso che crea ricchezza diffusa››, incalza infatti Palandrani. Il presidente si dà anche dei tempi. ‹‹Tre anni per il rilancio, cinque per consolidare la ripresa››, annuncia sicuro, ‹‹non è un'operazione facile, non dico utopica ma sicuramente impegnativa. Ma altrimenti muoriamo››.

L'AGGREGAZIONE. In realtà il motto a cui sono ispirati tutti i progetti di Palandrani è "Mai più da soli". ‹‹Ci vuole un cambio di mentalità. Il messaggio alle imprese è "aggregati, da solo non puoi fare più niente". Ci sono tre grandi mercati in cui c'è ancora possibilità di penetrazione, quello americano, il russo e il cinese. Noi dobbiamo guardare a uno, massimo due. Ma ovunque la prima domanda posta alle aziende che vogliono avviare rapporti commerciali è: "Quanto sei grande?". Da sole le piccole aziende non possono conquistare questi mercati. Ecco dunque che si deve abbattere una volta per tutte lo storico individualismo che contraddistingue gli imprenditori abruzzesi››.

I NUOVI IMPRENDITORI. Palandrani ha le idee ben chiare e parecchio entusiasmo. ‹‹Il polo racchiude tante aspettative, speriamo, almeno in parte di soddisfarle››, osserva. E poi, riassestato il settore moda, ‹‹cercheremo di creare un ricambio generazionale, la classe imprenditoriale è su con l'età››.

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