Mosciano, la tradizione teramana e i costumi medievali: «Ospiteremo Arrostiland»

Paese in mobilitazione per convincere gli organizzatori a ospitare il festival: neanche la pioggia spaventa le centinaia di persone in piazza tra cibo, musica e balli
MOSCIANO SANT’ANGELO. Ore 10, Mosciano. Il cielo grigio piombo annuncia pioggia. Ma non importa a nessuno. Lo si intuisce dall’aria di festa, dai sorrisi delle centinaia di persone di tutte le età che abitano la piazza di fronte al palazzo comunale. Si sono radunate per regalare la miglior accoglienza possibile agli organizzatori di Arrostiland, la “Woodstock” dell’arrosticino che ogni anno per il Lunedì dell’Angelo raccoglie migliaia di persone per passare una giornata di festa all’insegna di quello “stato dell’anima” che significa stare insieme, condivisione. «Il senso stesso del festival», ripetono come un mantra i veterani dell’evento. In questa domenica uggiosa lo cercano qui a Mosciano, uno dei quattro paesi rimasti in gara per ospitare la prossima edizione. Per convincerli che qui lo stato dell’anima è di casa, un’intera comunità si è mobilitata. Associazioni, negozi, cittadini, l’amministrazione intera: sono tutti coinvolti in questo viaggio collettivo per realizzare il «sogno» di accogliere il festival nel Teramano. Sarebbe la prima volta. E allora ecco che alle 10.30, quando finalmente arrivano gli organizzatori, scatta quella che qui chiamano «l’operazione Arrostiland». A guidare le danze, davanti al municipio, c’è una signora anziana col sorriso da bambina. È l’istituzione del paese.
MAESTRA CONCETTA
«Maestra Concetta è il vero sindaco», dice un signore divertito prima di abbracciarla. Come tanti altri moscianesi, è stato un suo alunno tanti anni fa. Lei ha 80 anni, un fisico minuto e un sorriso radioso. Sarà perché, anche dopo la pensione, non ha mai reciso il legame con la scuola: ancora oggi tiene un corso extrascolastico di lettura per bambini. E anche in quest’occasione si mette in cattedra. Soltanto che davanti a lei non ci sono i soliti scolari, ma gli organizzatori di Arrostiland. La lezione si svolge nel palazzo del Comune. La materia: lo “stato dell’anima” di Mosciano Sant’Angelo. Il vicesindaco Mirko Rossi le tiene il microfono, lei legge una poesia: «Cari signori», dice, «benvenuti qua. Cercate lo stato dell’anima. Ed è a Mosciano, si sa». Applausi generali. Quando termina la standing ovation, si lascia a un breve discorso che non lascia dubbi sulle sue previsioni per il futuro: «Sono felicissima per questa giornata. Oggi ci divertiremo e mangeremo gli arrosticini. Esattamente come faremo il prossimo aprile. Perché so già che vinceremo. Siamo i migliori». Tripudio.
L’ARROSTICIN-ARCO
Ritorno in piazza. Ad attendere la folla c’è il “Robin hood” di Mosciano. Ha un vestito di tela, un arco in mano e una faretra un po’ particolare: dentro non ci sono frecce, ma arrosticini. Lui è il protagonista del video pubblicato dal paese per il “Sondaggione” online dove ha ottenuto migliaia di preferenze. Nella clip è la sua freccia che guida lo spettatore tra le vie della cittadina. «Ho scoperto parti di Mosciano che non conoscevo nemmeno io», racconta lui prima di spiegare che la scelta di interpretare questo personaggio non è soltanto «folclore» (anche se ci tiene a specificare che le vesti sono «quelle che si usano nelle rievocazioni»), ma racconta la storia del paese: «Qui il tiro con l’arco è una tradizione. La scuola locale conta più di 50 iscritti, con alcuni membri che partecipano anche a gare internazionali». «Un’altra faccia del nostro stato dell’anima», chiosa l’arciere.
TRADIZIONE IN CUCINA
Il tour del paese diventa subito un viaggio tra le tradizioni culinarie del Teramano. In ogni stand si trova il vino cotto, la “pizzonta”, le tipiche bruschette con la ventricina. Il piatto forte, però, sono le “mazzarelle”, teneri involtini di verdure ripieni di interiora di agnello. Una scoperta felice per gli organizzatori, che se le divorano in pochi minuti. Immancabili, poi, le virtù. «Di solito si fanno in primavera», spiega una signora, «ma dovevamo prepararle, perché altrimenti non vi avremmo dato la vera accoglienza teramana». E così queste decine di tavole imbandite disegnano il percorso dello “sdijuno”, la colazione superenergetica che gli abruzzesi di un tempo mangiavano prima di affrontare le dure giornate di lavoro nei campi. Dopo questa scorpacciata, ci sarà anche spazio per il pranzo? C’è chi se ne preoccupa: «Non è che abbiamo finito qui?», chiede Cesare Irace, la mascotte indiscussa di Arrostiland. «Abbiamo appena iniziato», lo rassicura Alex, un ragazzo di una delle tante associazioni del territorio che si è messo al servizio della comunità. Nel frattempo, comincia a cadere qualche goccia, ma non interessa a nessuno: la festa ormai ha preso il sopravvento, anche sul clima. Un gruppo di giovani armato di organetto accompagna al ritmo di musica i popolare i balli di grandi e piccini. La pioggia rende tutto più divertente.
IL MEDIOEVO DELLE DONNE
Superato l’ostacolo dell’ennesimo buffet, si arriva finalmente a piazza Aurelio Saliceti, il «cuore pulsante» del paese. Che per l’occasione prende la forma delle centinaia di persone, di tutte le età, che si sono date appuntamento qui per fare una sorpresa agli organizzatori. Dai loro sorrisi, sembrano aver avuto successo. A lato della piazza c’è una porticina. Sopra, un’insegna: “Casa del costume medievale”, si legge. Dentro si ha l’impressione di essere entrati nella sala costumi di un teatro dove va in scena qualche dramma shakesperiano. E così gli organizzatori diventano improvvisamente duchi, le loro consorti duchesse, i figli principi. A gestire tutta l’attività è l’associazione Donne Attive. Un gruppo di signore moscianesi doc, molto fiere della propria attività: «Siamo noi che decidiamo tutto qui. Se a qualcuno non piacciono i costumi, può anche uscire», dice la signora che gestisce il tutto. Nessuno si azzarda a replicare. E così quella che doveva essere la fase del pranzo diventa una sorta di rievocazione storica. Un altro piccolo tassello che compone il mosaico dello spirito di Mosciano. «Qui sono tutti coinvolti perché l’idea è venuta prima da loro che da noi», racconta il vicesindaco Mirko Rossi, «qui ci sono tante associazioni. Ogni tanto bisticciano, ma sanno collaborare. Soprattutto per un obiettivo comune come Arrostiland». La pioggia si fa più forte, ma non fa differenza. Si continua a ballare, a cantare, a divertirsi. Sopratutto, a mangiare. Sono arrivate anche le chitarrine alla teramana e sua maestà gli arrosticini. Il fumo si alza dalle canaline e si perde nel cielo plumbeo di questa domenica autunnale. Una festa non si ferma per il brutto tempo. Se hai lo stato dell’anima.

