Muore dopo l’incidente, donati gli organi 

Non ce l’ha fatta il 36enne Mattia Di Giovanni che lunedì si è schiantato con lo scooter contro una macchina

TERAMO. Raccontano che fosse un entusiasta della vita, uno di quelli pronti sempre a dare una mano agli altri. Così è stato fino alla fine.
Perché gli organi di Mattia Di Giovanni, operaio 36enne deceduto quattro giorni dopo l’incidente stradale in cui è rimasto coinvolto in sella al suo scooter, salveranno altre vite in un ultimo grande gesto di generosità. Così hanno deciso i suoi familiari che hanno dato l’autorizzazione all’espianto degli organi iniziato in tardissima serata e concluso nella notte. Una procedura avviata dopo la conclusione dell’accertamento di morte cerebrale iniziata alle 10 di ieri e finita intorno alle 16.
Questa mattina, al termine di tutte le procedure d’espianto, sarà eseguita l’autopsia così come disposto dal pm di turno Silvia Scamurra nell’ambito delle indagini in corso per omicidio stradale dopo il drammatico incidente avvenuto lunedì mattina. L’incarico, già nella giornata di ieri, è stato affidato al medico legale Giuseppe Sciarra.
L’incidente è avvenuto alle 7.20 di lunedì sulla strada provinciale 48A, quella che dalla statale 80 porta verso Torricella Sicura attraverso Piano Grande.
L’uomo, che lavorava in un’impresa edile di Torricella, viaggiava in sella a uno scooter Piaggio 300. Poco prima del bivio di Cavuccio, nel territorio comunale di Teramo, si è scontrato con un'Alfa Romeo 159 station wagon diretta verso la statale 80 con alla guida un 47enne ora indagato per omicidio stradale. A seguito del violento impatto il 36enne ha riportato l’amputazione di una gamba e gravissime lesioni all’altra. Immediatamente soccorso dagli operatori del 118, l’uomo è stato trasportato all’ospedale Mazzini e qui sottoposto a un lungo intervento chirurgico durato svariate ore e finalizzato proprio a ridurre la grave emorragia. Le sue condizioni sono apparse da subito gravissime.
Mattia Di Giovanni risultava residente a Pagannoni di Campli anche se da qualche tempo era domiciliato a Teramo, dove conviveva con una compagna. Attualmente era un dipendente della ditta edile Procaccia di Torricella Sicura, ma in passato aveva lavorato anche come fabbro e come elettricista.
Era un grande appassionato di calcio. Aveva giocato con la squadra amatoriale dell’Orange Pagannoni e le partite con gli amici erano un appuntamento a cui non mancava mai. A sei anni aveva perso il padre (la madre vive in Svizzera) ma la sua grande voglia di vivere lo aveva sempre accompagnato e sostenuto. Fino all’ultimo con la donazione degli organi.
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