Musica, letture e trucco per i malati oncologici

Nel day hospital terapie innovative e attenzione alla psiche del paziente Carenza di spazi e poco personale restano i nei di un’unità con numeri record

Leggere un libro o ascoltare della buona musica distesi su una poltrona. E magari farsi truccare da un’estetista. Non è - o comunque non solo - l’immagine di una beauty farm, ma di un day ospital oncologico. Di una struttura in cui si lotta per la vita. E appunto per questo il primario dell’oncologia del Mazzini, Amedeo Pancotti, ha inteso renderla più accogliente, ha inteso alleviare per quanto possibile le sofferenze, non solo del corpo, ma anche della mente.

Il day hospital oncologico di Teramo nel 2013 ha fatto registrare 11mila accessi di 587 malati presi in cura, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente. E’ una struttura che si occupa di prime visite, chemioterapie, terapie di palliazione e di supporto. E per coloro i quali scoprono che la propria vita è appena a un filo è indispensabile anche un supporto psicologico. Fino una settimana fa il day hospital aveva una psicologa pagata dalla Lega italiana tumori. «E’ un aspetto determinante, quasi come una chemioterapia: la sofferenza, la paura della morte, l'incertezza del ruolo sociale e familiare sono tutte questioni con cui un malato di cancro si trova a fare i conti», esordisce Pancotti, «Diventa fondamentale abbinare la terapia a una serie di colloqui, la comunicazione con il malato è importantissima. Speriamo di riaverla presto, dipende dai fondi a disposizione della Lega tumori».

Ma c’è anche una serie di accorgimenti che aiuta il malato a vivere in maniera meno traumatica la chemioterapia. «Abbiamo creato una biblioteca: i malati leggono dei libri durante la somministrazione che può durare due-tre ore e possono riportarseli a casa», spiega il primario, «per ora abbiamo 50 volumi. E’ una novità molto gradita dai pazienti». Chi non ama la lettura può ascoltare la musica. «Mi sono fatto regalare delle cuffie stereo con cui ascoltare musica new age e anche radio, sempre per alleviare il peso della chemio: il malato deve essere circondato da una serie attenzioni. Non a caso il prossimo progetto è portare una truccatrice in reparto, per truccare le donne malate che non si sentono più belle, a cui cadono i capelli. Mi sto attivando:penso a convenzione con una scuola di estetista». Non c’è solo la psiche. «Stiamo usando farmaci di ultima generazione, estremamente costosi, che però ci permettono di offrire ai pazienti il top di chemioterapia e terapia biologica, cioè farmaci target mirati geneticamente per ogni paziente. Ad esempio siamo stati i primi in Abruzzo a usare un farmaco per la cura del melanoma o per i tumori mammari». E poi ci sono i macchinari, la Asl ha acquistato anche particolari pompe che evitano «lo stravaso del farmaco, che può creare lesioni anche permanenti: avvisano e stoppano la fuoriuscita salvaguardano l'integrità del paziente». Il day hospital si prende cura in media di 25 malati al giorno (il 10% arriva da fuori regione), suddivisi su due turni. Mesi fa un gruppo di persone ha organizzato anche uno sciopero della fame per chiedere più personale ed evitare disagi ai pazienti.

Ma il day hospital non è l’unica struttura dell’unità operativa complessa di Teramo, una delle quattro della fascia costiera da Ancora a Bari. C’è il reparto. «C’è una sofferenza dovuta alla convivenza con un’altra unità operativa», ammette Pancotti, «nella stessa ala ci sono 10 posti letto di oncologia accanto a 12 della medicina, con una commistione che non giova al benessere del paziente. Ci vorrebbero alcune stanze singole per i malati più problematici, che hanno bisogno di una maggiore privacy. O anche per chi ad esempio arriva con difese immunitarie ridotte e non può stare a contatto con altri malati e visitatori». Il tasso di occupazione dei 10 letti del 140-150% annuo, cioè i pazienti vengono costantemente “appoggiati” negli altri reparti.

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