Nèros, corpi di donna visti in bianco e nero
Questo è "Neros", il gran passo di Manuela Armellani artista pescarese
TERAMO. Corpi di donna nudi o seminudi, che emergono dall’ombra in bianco e nero, essenziali, ma dall’impatto emotivo forte ed immediato. Questo e tanto altro è «Néros», la seconda mostra personale di Manuela Armellani, artista pescarese, classe 1976.
La presentazione ufficiale oggi alle 18 nella Sala Carino Gambacorta della Banca di Teramo. Il catalogo è curato da Sala editori e l’esposizione sarà visitabile fino all’8 ottobre.
«Néros segna l’approdo di Manuela Armellani ad una fase più matura, sia sul piano estetico e formale, sia a livello di contenuti», si legge nel catalogo, «il corpo femminile, centrale nell’intero percorso di ricerca dell’artista, continua ad essere protagonista della sua poetica. I venti dipinti, ad acrilico e olio su tela, ci narrano di corpi incombenti, tormentati, inquieti; attraverso il corpo la Armellani denuda il suo pensiero e il suo modo di vedere il mondo, parlando a chi guarda senza barriera alcuna».
L’artista, definita da Dino Colalongo «maga dei pastelli», dopo la sua prima personale, «Morsi di luce», ha avuto modo di intraprendere una svolta introspettiva e intimista, attraverso l’approccio al bianco e nero. Interessanti, all’interno del suo percorso artistico, le lastre all’acquaforte dedicate agli Indiani d’America, realizzate nel 1995, dopo aver frequentato e apprezzato le lezioni del pittore siciliano Clemente Fava, grafico proveniente dalla Scuola del Libro di Urbino. La Armellini ha ottenuto una serie di prestigiosi riconoscimenti tra i quali il Premio Riparte a Ripe San Ginesio, dove ha esposto opere in omaggio allo scenografo premio Oscar, Dante Ferretti.
La presentazione ufficiale oggi alle 18 nella Sala Carino Gambacorta della Banca di Teramo. Il catalogo è curato da Sala editori e l’esposizione sarà visitabile fino all’8 ottobre.
«Néros segna l’approdo di Manuela Armellani ad una fase più matura, sia sul piano estetico e formale, sia a livello di contenuti», si legge nel catalogo, «il corpo femminile, centrale nell’intero percorso di ricerca dell’artista, continua ad essere protagonista della sua poetica. I venti dipinti, ad acrilico e olio su tela, ci narrano di corpi incombenti, tormentati, inquieti; attraverso il corpo la Armellani denuda il suo pensiero e il suo modo di vedere il mondo, parlando a chi guarda senza barriera alcuna».
L’artista, definita da Dino Colalongo «maga dei pastelli», dopo la sua prima personale, «Morsi di luce», ha avuto modo di intraprendere una svolta introspettiva e intimista, attraverso l’approccio al bianco e nero. Interessanti, all’interno del suo percorso artistico, le lastre all’acquaforte dedicate agli Indiani d’America, realizzate nel 1995, dopo aver frequentato e apprezzato le lezioni del pittore siciliano Clemente Fava, grafico proveniente dalla Scuola del Libro di Urbino. La Armellini ha ottenuto una serie di prestigiosi riconoscimenti tra i quali il Premio Riparte a Ripe San Ginesio, dove ha esposto opere in omaggio allo scenografo premio Oscar, Dante Ferretti.
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