Niente soldi da marzo, l’ira delle operaie

Aspettano invano la cassa integrazione: il caso all’Ad di Corropoli, scoppia la protesta sotto le finestre del prefetto

CORROPOLI. Vivono da dieci mesi senza un soldo. Sono le dipendenti dell’Ad Manifatture di Corropoli, fiaccate dalla lunga attesa dell’indennità di cassa integrazione. Domani mattina le operaie faranno un picchetto davanti alla prefettura per segnalare a Valter Crudo il problema. Chiederanno al prefetto di aiutarle, visto che la pratica è bloccata al ministero del Lavoro a cui spetta la firma del decreto di assegnazione dell'ammortizzatore sociale.

«La Ad Manifatture era un'azienda che occupava circa 80 persone. Purtroppo, a seguito delle vicende societarie della Sixty, che era il committente principale, sono finite le commesse ed è iniziata una crisi finanziaria, che ha avuto come epilogo il concordato preventivo», spiega Emanuela Loretone della Filctem Cgil, «il consistente esubero è stato gestito in questi anni con la Cigs, ammortizzatore sociale pagato dai lavoratori e dalle aziende, che è stato sottoscritto con verbale di accordo al ministero del Lavoro. E’ stato fatto un primo anno per cessazione dell’attività, ma poi è intervenuto il concordato preventivo, per cui è stato sottoscritto un nuovo accordo cambiando la motivazione del pagamento. Un fatto burocratico, ma che ha bloccato i pagamenti». Attualmente in cassa integrazione sono rimaste 19 operaie, il resto sono in mobilità.

«Al danno della perdita del posto di lavoro queste persone, per la maggioranza donne tra i 30 ed i 50 anni, subiscono anche la beffa di una burocrazia che ignora totalmente le scadenze quotidiane delle famiglie (spesa, bollette, scuole e altro) e che lascia dei cittadini, che hanno sempre pagato le tasse prima ancora di percepire lo stipendio, senza salario per quasi un anno! Il problema, peraltro riguarda in provincia di Teramo almeno un migliaio di lavoratori, di cui la metà nel settore tessile-abbigliamento. C'è inoltre da considerare che se la modulistica per i pagamenti delle indennità da ammortizzatori sociali, che senza il decreto del ministero non può essere presentata, viene inviata all'Inps dopo la prima decina di dicembre essa verrà acquisita a gennaio: di conseguenza i lavoratori potrebbero ricevere le indennità tra altri due mesi. È civile un Paese che lascia così a lungo senza una risposta (e senza il minimo per vivere) i propri cittadini? È legittimo che uffici statali che trattano materie tanto delicate siano organizzati senza tenere minimamente in considerazione il fatto che condizionano, verso la disperazione, la vita delle persone?Queste sono le domande che le lavoratrici ed i lavoratori della ditta Ad vogliono rivolge al prefetto, che si è detto disponibile ad incontrarci».

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