Patto da 100 milioni tra Tercas e Caripe

Accordo fatto, a luglio la cessione ufficiale dell'istituto pescarese alla Cassa teramana

TERAMO. L’accordo è fatto, Tercas acquista Caripe. La pietra di volta della più grande operazione bancaria abruzzese degli ultimi anni sarebbe stata piazzata nelle ultime 48 ore. La Cassa di risparmio teramana, guidata dall’avvocato Lino Nisii, diventa così proprietaria del 51 per cento della banca pescarese, con l’obiettivo di raggiungere la quota del 95 per cento.

L’accordo sarebbe stato siglato su una cosidetta «forchetta» tra il prezzo minimo e massimo, cioè tra la proposta Tercas e la controproposta del Banco Popolare di Verona, quotato in Borsa e proprietario della Cassa pescarese.

Qual è la cifra? E’ tra i 100 e i 110 milioni di euro, molto vicina quindi ai 102 proposti dalla banca teramana. Non è ancora il passaggio definitivo, ma il patto siglato tra le due banche è la condizione neccessaria per entrare nella dirittura finale dell’operazione che prevede la comuncazione alla Banca d’Italia e la pubblicazione sul sito Internet della Borsa. Quindi la nomina di un advisor e la stipula del vero e proprio contratto che prevede le modalità di pagamento. In parole semplici, è come se oggi ci trovassimo di fronte alla stipula di un compromesso tra chi vende un immobile e chi vuole acquistarlo.

Dalla banca teramana non arrivano smentite, ma voci di corridoio confermano che la fase operativa dell’accordo si concretizzerà subito dopo il 30 giugno prossimo. Anche se da Verona giungono notizie contrastanti che dicono di improvvise difficoltà dell’ultim’ora sorte sulla base della necessità «di ridefinire i crediti di alcuni clienti». Ma a Teramo prevale l’ottimismo.

La Caripe è stata quotata dalla holding che la controlla 265 milioni di euro, che equivale a circa 5 milioni di euro a sportello. Da questo punto fermo parte la trattattiva finale. La Tercas ha ritenuto il prezzo troppo alto ed ha lanciato un’offerta di 200 milioni di euro, mostrandosi pronta a pagare 102 milioni per il 51 per cento dell’istituto bancario pescarese. Come si arriva
al 95 per cento? Un 15 per cento di Caripe sarà rilevato dalle Fondazione Pescara Abruzzo che diventa un alleato importante della Tercas. Il resto delle azioni verrà acquisito dalla Cassa di risparmio teramana nell’arco dei prossimi due anni.

«Abbiamo presentato un offerta sul 95% del capitale sociale della Caripe», ha infatti confermato non molto tempo fa il direttore generale dell’istituto teramano, Antonio Di Matteo. «Dobbiamo acquisire tutto», ha aggiunto Nisii, «se la trattativa andrà in porto pagheremo una somma che è nelle possibilità della banca». Sull’altro fronte, la Cassa di risparmio pescarese, se non sorgeranno intoppi, tornerà ad essere tutta abruzzese. Quella teramana, infatti, è l’unica Cassa di risparmio regionale che è riuscita a restare autonoma rispetto ai grandi gruppi bancari. E, nonostante la crisi economica, i soci Tercas per il 2009 hanno ottenuto un dividendo di 28 centesimi per azione, che conferma i livelli degli ultimi tre anni.

L’utile netto è di 24,05 milioni di euro con un rapporto rispetto al patrimonio del 7,22%. Gli impieghi si attestano a tre miliardi e 113 milioni di euro, con un incremento del 4,5% rispetto al 2008, mentre la raccolta diretta raggiunge i due miliardi e 991 milioni di euro. Numeri che indicano la vitalità della banca. E la sua capacità di restare al fianco di imprese locali.

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