Piano per la Vibrata, niente risorse certe

Al varo del programma di rilancio Chiodi non assicura un pacchetto di fondi: delusi sindacati, imprese ed enti locali

TERAMO. Il piano di rilancio della Val Vibrata rimane negli hangar. Il giorno del decollo del progetto frutto di sei mesi di lavoro di enti locali, parti sociali ed esperti di Abruzzo Sviluppo è stato una delusione. Perlomeno per coloro che attendevano che il governatore Gianni Chiodi arrivasse alla presentazione in Provincia con una “dote” di fondi ben definita per consentire il decollo del piano. Imprenditori, sindacati e amministratori locali si aspettavano che la Regione destinasse un apposito finanziamento per facilitare l’attuazione di quanto previsto da un programma che spazia dall’innovazione a politiche di rete, a un rafforzamento della competitività del sistema produttivo.

Ma le parole di Chiodi hanno lasciato basita la platea. Il governatore ha prima fatto una premessa sulla «crisi planetaria» e sul le previsioni per cui nel 2013 l’Abruzzo potrebbe far registrare «un piccolissimo tasso di crescita». E ha parlato di un «vecchio metodo» con cui ad esempio sono stati assegnati quasi 20 milioni alla Valle Peligna, una sorta di pacchetto di fondi per rilanciare quella zona. Poi ha parlato di nuovo metodo che sarà adottato per la Val Vibrata: «per le aree di crisi è stata assegnata una premialità nei bandi per i fondi Fas, ai progetti di qualità che arriveranno dai territori». E ancora: «rassicuro che le risorse ci sono, ma non con le vecchie logiche, ci vuole progettualità. Se volete che dica se ci sono 20 milioni lo dico: ci sono. Se siete bravi ancora di più». Poi ha annunciato che entro una decina di giorni si terrà l’incontro al ministero dello Sviluppo economico in cui sostanzialmente si andranno a chiedere fondi per finanziare l’accordo quadro Vibrata-Tronto. Il presidente è poi dovuto scappar via e non ha assistito all’accesso dibattito. Il discorso della “premialità” non ha convinto nessuno. «La premialità è molto astratta», ha esordito Salvatore Di Paolo, presidente di Confindustria, «bisognava definire - come è stato fatto con i 50 milioni per Bussi o i 33 per l’automotive di Chieti- quanto dai fondi Fas si può destinare alla Vibrata. Solo così si può chiedere al ministero di mettere altri soldi. Oggi qual è l’industriale che fa dei progetti sperando in una premialità o che in base a questa viene ad investire in Vibrata? Sono d’accordo che si facciano i progetti, ma per stimolarli gli imprenditori hanno bisogno di una base di partenza». La proposta condivisa è interessare i consiglieri e assessori regionali teramani, per fare pressing. «Non è possibile che la provincia di Teramo venga ancora penalizzata»,ha commentato Gloriano Lanciotti, direttore della Cna, «la premialità è un discorso troppo nebuloso. Dobbiamo sapere in maniera certa quali sono le risorse». Intanto ieri è stato scelto il “soggetto attuatore” del progetto, una sorta di capofila, la Camera di commercio. A breve, peraltro si terrà una riunione operativa di tutti i partner. «Se c’è solo la premialità dei Fas il piano non serve a nulla», ha aggiunto Gianluca Di Girolamo, segretario della Uil, «il governo così non finanzierà nulla. Siamo già in ritardo su quell’area, tanto che rischiamo di essere anacronistici, se ci mettiamo pure l’incertezza dei fondi....». «Servono somme certe», ha incalzato Giampaolo Di Odoardo, segretario della Cgil, «se non si trovano la Cgil ritira la firma sotto al documento, perchè allora sarebbe senza senso».

La sintesi del dibattito è tutta nella dichiarazione del presidente della Provincia Valter Catarra: «noi raccogliamo la sfida del presidente Chiodi sulla progettualità, tanto che la Provincia ha già messo del suo 100mila euro per la cantierabilità dei progetti. Ma continuo a pensare che una dotazione per il Patto sia necessaria anche in vista delle richieste che vogliamo fare al governo, insieme alla Regione Marche».

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