Ritrovata pietra della sede vescovile 

Ancarano, il cartiglio era nell’edificio che venne demolito negli anni Quaranta

ANCARANO. Nel 2020 è stata ritrovata dai carabinieri del nucleo di tutela patrimonio culturale di Ancona durante dei controlli sulle piattaforme online di vendita, successivamente è stata sequestrata, poi dissequestrata e infine restituita alla diocesi di Ascoli Piceno. Ma in molti chiedono che la pietra che testimonia l’esistenza dell’antico palazzo vescovile ad Ancarano demolito negli anni quaranta venga riportata nella cittadina vibratiana che fa parte della diocesi di Ascoli. La pietra, un cartiglio, porta la scritta “Pietrus Camaianus eps et princ Ascl Ancr Dns MDLXIX “ (Pietro Camaiani principe di Ascoli e signore di Ancarano). La Soprintendenza della Marche, confermando l’interpretazione delle scritte, nel corso delle ricerche ha affermato che il bene poteva essere presente ad Ascoli o ad Ancarano. Così sono scattati nuovi accertamenti tramite i carabinieri di Sant’Egidio che hanno trovato conferma nella pubblicazione “Annali della terra di Ancarano” con i manoscritti di Francesco Rampini che fino al 1936 registrò tutti gli eventi, i monumenti e i cittadini di Ancarano. Proprio dalla consultazione di questa opera gli investigatori hanno trovato riscontri: la pietra era presente nel palazzo vescovile di Ancarano, sulle scale di accesso, e fu trafugata al momento della demolizione del palazzo che fu abbandonato nel 1927 e demolito verso gli anni quaranta. Molti elementi decorativi del palazzo furono portati nella parrocchia dove esiste una sorta di lapidarium ma il cartiglio non c’è.