Roseto, scattano tre condanne per il tentato omicidio al parco

Pene di sei e quattro anni per la donna e per l’uomo accusati di aver accoltellato e bastonato l’amico Otto anni inflitti alla vittima, finita a processo per tentata violenza, atti persecutori, rapina e lesioni
TERAMO. Una sentenza di condanna chiude in primo grado il processo per il tentato omicidio nel parco Patrizi di Roseto avvenuto nel 2020.
I giudici del tribunale di Teramo in composizione collegiale (presidente del collegio Francesco Ferretti, a latere Marco D’Antoni e Martina Pollera) hanno condannato rispettivamente a 6 e 4 anni gli imputati Elisabeth Patricia Sposetti, 45 anni, e Luciano De Rugeriis, 63 anni, entrambi accusati del tentato omicidio di Alessandro Terenzi, 42 anni. Tutti gli imputati sono rosetani. La Pubblica accusa (pm titolare del fascicolo Greta Aloisi) aveva contestato ai due anche la premeditazione che però i giudici non hanno riconosciuto. Secondo l’accusa nel maggio del 2020 la donna lo avrebbe colpito con delle coltellate e l’uomo con un bastone provocandogli lesioni che avevano portato l’uomo a un ricovero in prognosi riservata. Nel processo era imputato anche Terenzi per fatti avvenuti prima dell’aggressione e denunciati dalla Sposetti che nel processo era anche parte civile. Terenzi, oltre che di tentata violenza sessuale e di stalking, era accusato anche di rapina, lesioni e violazione di domicilio.. Sposetti e De Rugeriis erano difesi dagli avvocati Tulliola e Luigi Aloè, mentre Terenzi dall’avvocato Alessia Ricci. Sposetti e De Rugeriis erano finiti in carcere con la pesante accusa di tentato omicidio aggravato nei confronti di Terenzi accoltellato e colpito con una mazza nel parco Patrizi. Un’aggressione maturata, secondo la ricostruzione dei carabinieri, nell’ambito del mondo della tossicodipendenza con Terenzi che, secondo l’accusa, prima dei fatti avvenuti al parco Patrizi, sarebbe entrato nella roulotte dove abita la coppia e qui si sarebbe impossessato di una fiala di metadone, 400 euro e un televisore. Le motivazioni della sentenza sono state preannunciate tra novanta giorni. Va ricordato che nel novembre del 2020 la Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Tulliola Aloè che aveva impugnato il provvedimento con cui il Riesame all’epoca aveva confermato le misure di custodia cautelare nei confronti di Sposetti e De Rugeriis, aveva annullato le due ordinanze di custodia.
«Le doglianze», avevano scritto i giudici della Suprema Corte, «colgono nel segno laddove si rivolgono specificatamente alla motivazione adottata con riferimento alla scelta della misura lamentando il mancato confronto con elementi concreti ben delineati. Invero, in proposito il provvedimento impugnato, in presenza di un reato che non comporta presunzioni circa l’applicabilità della custodia in carcere, si limita ad asserire la necessità di essa, non potendosi confidare nel rispetto delle prescrizioni degli arresti domiciliari tramite il braccialetto elettronico».
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