Salvati dalle fiamme del piromane

29 Agosto 2010

Fuoco a Castellalto e in altri sette borghi: in fumo oltre 250 ettari

TERAMO. I roghi del piromane assediano Teramo, entrano nel Parco Gran Sasso Laga e arrivano a Castellalto, in un disegno criminoso di distruzione. E' una notte d'inferno quella tra venerdì e sabato quando le fiamme accendono otto colline e minacciano il paese di Castellalto.

Il bilancio è da bollettino di guerra: 250 ettari di vegetazione distrutti, 5 palazzine e un albergo sgomberati, anziani soccorsi e centinaia di persone in strada. «Ho creduto di morire» racconta una donna di 50 anni di Castellalto che insieme a marito e figli ha trascorso la notte a buttare secchi d'acqua nel giardino minacciato da una lingua di fuoco. E per ore decine di pompieri di Teramo, Roseto, Nereto (con alcuni rinforzi arrivati anche da Ascoli), decine di uomini della Forestale e centinaia di volontari della Protezione civile hanno lavorato ininterrottamente nel buio della notte nel tentativo di domare le fiamme che, alimentate dal vento caldo, hanno divorato ettari di vegetazione, tra cui storiche pinete e boschi secolari. Solo all'alba, quando le le luci del giorno lo hanno permesso, sono arrivati gli elicotteri e due Canadair della Protezione civile che per tutta la giornata di ieri hanno fatto la spola con il mare per fare lanci d'acqua.

L'ALLARME. Dopo il rogo di venerdì pomeriggio a Colle Izzone, il settimo del mese e il terzo della settimana, in serata ne sono divampati altri due a Miano e Villa Brozzi di Montorio. Anche qui è bastato poco per capire che dietro alle fiamme c'era la mano di qualcuno. A Villa Brozzi, infatti, il fuoco è partito quasi contemporaneamente in tre punti diversi, poco distanti l'uno dall'altro. Fiamme dolose, dunque, che hanno divorato dodici ettari di vegetazione, tra cui anche zone di macchia mediterranea. Ma l'inferno non è ancora scoppiato. Sono da poco passate le 23.30 quando il fuoco divampa sulla collina di Castellalto, quella che si trova davanti alla Teramo-mare. E sono proprio gli automobilisti che percorrono la superstrada i primi a dare l'allarme dopo aver visto i bagliori sulla sommità.

La mobilitazione è immediata visto che i pompieri capiscono subito la gravità e, soprattutto, la possibile estensione del rogo. Le fiamme sono partite in contemporanea da più punti: quasi una sfida mentre a qualche chilometro di distanza il fuoco divampava a Villa Brozzi. L'incendio si propaga in un attimo, avvolgendo tutta la collina e assediando il cuore del paese. La gente si riversa in strada, cinque palazzine minacciate dal fuoco vengono sgomberate e molti anziani soccorsi. Il fumo si riversa fin sulla Teramo-mare e alcune strade vengono chiuse. Solo all'alba, con l'ultimo intervento dei Canadair, il fuoco viene spento.

FIAMME NEL PARCO. Ci vogliono più di 15 ore per domare il rogo divampato nella notte ad Acquachiara, ai confini del parco nazionale Gran Sasso-Laga, nel territorio di Torricella. Gli agenti della Forestale e carabinieri sgomberano il Rifugio delle Aquile, un albergo che si trova nella zona, e che ospita una decina di turisti. Anche qui Canadair in azione per tutta la giornata. E poi ancora fiamme a Rocciano, Magnanella, Canale di Montorio, Villa Ripa e Varano mentre scende un'altra notte.

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