Sette ragazzi arrestati per violenza sessuale, l’ex sindaco: «Adesso no alla gogna mediatica»

Rando Angelini, per 10 anni sindaco di Sant’Egidio alla Vibrata, scrive al prefetto: «La mia vicinanza va innanzitutto a loro e alle loro famiglie, che in questo momento vivono con dignità e compostezza l’attesa del giudizio della magistratura»
SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA. Una lettera rivolta alla comunità e indirizzata al prefetto Fabrizio Stelo, che nei giorni scorsi ha ricevuto la ragazza che ha denunciato elogiandola per il suo coraggio. Il mittente della missiva è Rando Angelini, per dieci anni (dal 2009 al 2019) sindaco di Sant’Egidio, il centro dove vivono i sette ragazzi accusati di violenza sessuale di gruppo sul lungomare di Tortoreto e ora ai domiciliari.
Così scrive l’ex primo cittadino: «La mia vicinanza va innanzitutto a loro e alle loro famiglie, che in questo momento vivono con dignità e compostezza l’attesa del giudizio della magistratura, nella piena fiducia che solo quest’ultima possa accertare la verità dei fatti. Al tempo stesso, esprimiamo rispetto e considerazione nei confronti della ragazza, convinti che ogni voce debba essere ascoltata e ogni denuncia valutata con la massima attenzione. Ciò che desidero sottolineare è come il nostro ordinamento si fondi sul principio irrinunciabile del garantismo, che richiede equilibrio, prudenza e rispetto della presunzione di innocenza fino all’esito definitivo dei procedimenti». E aggiunge: «Sant’Egidio è una comunità che da sempre si contraddistingue per i suoi valori di legalità, solidarietà e rispetto reciproco. I nostri giovani crescono in famiglie sane, che educano all’impegno e alla correttezza, ed è per questo che non possiamo accettare che un’intera generazione o l’intera comunità venga travolta da una narrazione mediatica che rischia di superare i fatti stessi. Ecco perché, pur nella consapevolezza della delicatezza della vicenda, chiediamo che si rispetti la dignità di tutti i soggetti coinvolti e che si lasci lavorare la magistratura con la serenità e l’autorevolezza che le sono proprie. Alla comunità, alle famiglie e ai giovani coinvolti va manifestatala più sincera vicinanza, affinché possano affrontare questo percorso con la consapevolezza che la verità, qualunque essa sia, sarà accertata nel giusto tempo e nelle giuste sedi. Confidiamo che le istituzioni, a partire dalla prefettura da lei guidata, possano farsi interpreti di questa esigenza di equilibrio e rispetto, contribuendo a mantenere coesa la nostra comunità in un momento tanto delicato».