Tortoreto: reperti storici sequestrati all’Ecomuseo 

I carabinieri di Ancona portano via chiodi e anfore antiche dalla struttura del Comune e da un negozio. Fra le ipotesi di reato anche la ricettazione

TORTORETO. I carabinieri del nucleo Tutela del patrimonio di Ancona mettono sotto sequestro alcuni dei reperti storici esposti nell’Ecomuseo del mare del Comune di Tortoreto e in un’attività commerciale cittadina. Si tratta di alcune anfore di origine romana e di quattro lunghi chiodi di una nave da guerra borbonica.
Questi ultimi erano probabilmente incastonati nello scafo della pirofregata Torquato Tasso, inviata dal Regno delle Due Sicilie per contrastare un eventuale sbarco nell’Adriatico dei “mille” di Giuseppe Garibaldi, ma abbandonata e affondata nel 1860 davanti alla foce del fiume Tronto dopo che era  arenata a causa di una tempesta.

A coordinare i militari di Ancona è la Procura di Ascoli Piceno, che starebbe cercando anche altri oggetti di valore storico e che a Tortoreto starebbe indagando almeno due persone a diverso titolo, con capi d’imputazione che vanno da detenzione di beni archeologici a ricettazione. Quei pezzi storici riemersi in passato dal mare e ora sequestrati dai carabinieri, però, non erano finiti sul mercato nero, bensì passati di mano in mano ed esposti al pubblico come testimonianza e parte integrante della cultura marinara locale.

La vicenda giudiziaria, quindi, tocca quanto di più fondante della comunità tortoretana e rischia di coinvolgere il municipio, oltre ai privati che hanno avuto un ruolo, con ogni probabilità in buona fede, nel giro che hanno compiuto i reperti dal fondo del mare fino alle esposizioni pubbliche.
Il filone tortoretano dell’indagine marchigiana sarebbe scattato a seguito di un convegno pubblico sulla Torquato Tasso svolto nel 2016 a San Benedetto, in cui il commerciante tortoretano finito nella bufera ha mostrato ai presenti e alla stampa l’unico chiodo a lui rimasto tra quelli di cui era venuto in possesso e che custodiva.

Gli altri tre chiodi (vedi foto), incastonati in una trave di legno, invece, li aveva precedentemente affidati alle cure dell’associazione culturale Colligere, la quale per tanti anni ha ricevuto oggetti simbolo donati dai cittadini e dalla marineria tortoretana, fra i quali anche porzioni di anfore romane finite nelle reti da pesca.

Il grande patrimonio storico e culturale di Colligere, per lungo tempo esposto al pubblico e utilizzato anche a fini didattici, nel 2013 è stato a sua volta donato dall’associazione al Comune. Nel 2017, il tesoro della marineria tortoretana è diventato parte integrante dell’esposizione pubblica e permanente dell’Ecomuseo del mare sul lungomare sud, terminato e inaugurato dal Comune durante la gestione commissariale del municipio. Di qui l'ipotesi secondo cui i reperti sequestrati siano stati per anni esposti senza che nessuno si fosse reso conto che stava compiendo un reato.
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