Tribunale Atri, migliaia di fascicoli con nomi e condanne alla portata di tutti

Viaggio nella sede distaccata del tribunale di Teramo: privacy a rischio, fili della corrente rimasti scoperti e infiltrazioni d’acqua

ATRI. Faldoni, perizie, ingiunzioni, nomi di imputati e testimoni, debiti e debitori, materiale sensibile alla portata di tutti.

Il viaggio nella sede distaccata del Tribunale di Teramo in corso Adriano ad Atri inizia così. Al piano terra, tra l'ascensore e le scale, c'è una bacheca dove sono affissi gli avvisi di aste giudiziarie. Le carte sono talmente ammucchiate tra di loro che chiunque farebbe fatica a consultarle. Alla base della bacheca per di più c'è una presa elettrica scoperta. Proseguendo, poco più avanti, ci sono buste dell'immondizia accatastate al lato di una porta. Chiunque volesse chiedere informazioni, spingendosi qualche metro più in là, invece di incrociare del personale, incontra solo stanze buie dove c'è ammucchiato di tutto. E dove tutto è alla portata di tutti. Ci sono stampanti, telefoni, computer, monitor buttati in un angolo. Andiamo oltre.

Ci sono decine e decine di fascicoli a vista, l'uno sull'altro, senza un ordine di nessun tipo. In barba alla privacy. Si possono sfogliare cause vecchie e archiviate da anni, documenti, fotografie, nomi, indirizzi, numeri di telefono, nomi di avvocati e giudici, decisioni e perizie. Di tutto e di più.

E' come un archivio mal catalogato a disposizione di chiunque entri nel tribunale, e magari sbaglia direzione. Tutte le porte infatti sono aperte e senza divieti ben visibili a terzi.Chi lavora all'interno degli uffici di sicuro è al corrente della situazione, dato che le stanze in questione sono proprio vicino ad un timbra-cartellini. Ma andiamo avanti. Saliamo al primo piano del tribunale di Atri. Si incontra uno sportello a vetro, come quelli dove di solito c'è qualcuno dietro.

Un cartone bianco steso orizzontalmente fa capire che non c'è nessuno. Si notano solo degli avvisi attaccati lateralmente con del nastro isolante.Proseguendo per il secondo piano, sulle pareti sono ben visibili anche fili elettrici scoperti privi addirittura di nastro isolante sulle estremità. Fanno paura solo a guardarli. Arrivati al terzo piano, su un foglio appeso sempre con lo schotch si legge: «A causa del trasferimento di alcuni giudici tutte le cause del 2012 sono state rimandate al 2013, seguono le date...». Sempre al terzo piano c'è chi si può stupire di altro. Di solito c’è la calca di gente che fa la fila davanti al giudice. Ma di sedie se ne contano solo 5, di certo non sono sufficienti per tutti. Lì vicino c’è l'ascensore. Nell'attesa che arrivi, si nota che da una finestra entra acqua. Le continue infiltrazioni hanno segnato il muro. Affafacciandosi dalla stessa finestra il quadro peggiora. I tetti sottostanti sembrano non essere mai stati ripuliti per anni dai mozziconi di sigarette e quant'altro piove dall'alto. Quando mesi fa si paventava la chiusura e l’accorpamento del tribunale di Atri con quello di Teramo, a causa dei tagli governativi, le istituzioni, partendo da quelle locali, avevano gridato allo scandalo. Oggi nei corridoi del Tribunale atriano si continua a parlare di trasferimento. Si ricorda che l'attuale sede ha competenza su 13 Comuni che vanno dalla costa alle pendici del Gran Sasso.

Il Comune di Atri per scongiurarne la chiusura ha proposto al ministero di Giustizia di rinunciare all'introito dell'affitto. Non se n’è saputo più nulla. Restano, per ora, solo l’incuria, l’abbandono, centinaia di fascicoli ammucchiati e la privacy sempre più a rischio. Basta venire ad Atri, varcare la soglia del tribunale e verificare con i propri occhi. E’ davvero tutto così.