Venduta l’Hatria, ora è di Cobe Capital

Ieri pomeriggio a Sassuolo il passaggio di proprietà della fabbrica di sanitari al fondo di investimentio americano

TERAMO. Hatria, si apre una nuova era. La fabbrica di sanitari di Sant’Atto ieri pomeriggio è stata venduta alla Cobe Capital, un fondo di investimento americano. L’atto è stato sottoscritto nello studio di un notaio di Sassuolo, dove il gruppo che cede l’azienda ha la sede centrale. A gestire l’operazione è stato Thomas Kermongant, il manager della sede di Parigi del Cobe Capital, responsabile delle attività del fondo nell’Europa del Sud e nel regno Unito. Lo stesso manager oggi pomeriggio alle 16 incontrerà i sindacati per spiegare nel dettaglio il piano industriale.

Infatti finora, anche nell’incontro che si è tenuto venerdì scorso, non sono stati illustrati i dettagli del passaggio di proprietà e i piani per il futuro dell’azienda. L’intenzione pare che sia a proseguire la produzione. Prova è il fatto che da lunedì sono in corso verifiche e manutenzione dello stabilimento, fermo dal luglio scorso. Ieri in azienda, peraltro, è stata affissa una comunicazione con cui si annuncia che la fabbrica riaprirà il 24 febbraio, data accolta positivamente dai sindacati, visto che precedentemente si paventava uno scivolamento a marzo inoltrato.

Intanto il presidio dei circa 200 dipendenti in cassa integrazione davanti ai cancelli della fabbrica di Sant’Atto prosegue, perlomeno, fino all’incontro di oggi pomeriggio con i nuovi proprietari.

E’ questo solo l’ennesimo passaggio di proprietà negli ultimi vent’anni. Un anno fa il gruppo Marazzi di cui fa parte lo stabilimento di Sant’Atto è stato acquisito dalle Mohawk industries. Un’operazione con cui è nato un gruppo leader al mondo nel settore delle piastrelle di ceramica. Nell'operazione - dal valore di 1,17 miliardi di euro - è stata inclusa anche l’Hatria, l’unica azienda del gruppo che produce sanitari. La Marazzi era stata a lungo proprietaria dell’Hatria, l’aveva acquisita a cavallo fra anni Ottanta e Novanta dal conte Guido Sassoli de’ Bianchi quando ancora si chiamava Adria Spea.

Tornando al presente, l’Hatria finora è stata finanziata continuamente dalla holding americana, nei confronti della quale ha accumulato una trentina di milioni di debiti. Non si conoscono allo stato attuale i dettagli finanziari, le cifre su cui si è basata la vendita perfezionata ieri pomeriggio, ma è molto probabile che si sia trattato di una sorta di compensazione fra i debiti e il valore dell’azienda, che è stimato sui 25 milioni.

La speranza è che la nuova proprietà, come in effetti ha annunciato, preveda un piano di rilancio della fabbrica. Prioritario è rilanciare il settore commerciale puntando sull’estero, un settore messo in secondo piano finora in un gruppo specializzato nella produzione di mattonelle: l’Hatria era l’unica a produrre sanitari. D’altronde il Cobe Capital pare abbia voluto acquistare l’Hatria in quanto una delle pochissime fabbriche nell’Europa occidentale ancora in grado di produrre sanitari di alta qualità.

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