I tecnici che esaminano i tamponi nei laboratori di alta sicurezza dello Zooprofilattico (Fotoservizio di Luciano Adriani)

TERAMO

Zooprofilattico in prima linea fra esami dei tamponi e ricerca / VIDEO

In un mese l’istituto ha processato 11mila campioni: 60 i tecnici in due laboratori di alta sicurezza. Progetto per capire perché alcuni positivi sono asintomatici

TERAMO. Da un mese esatto l’istituto zooprofilattico è nelle prime linee nella guerra al coronavirus in Abruzzo. Finora ha esaminato circa 11mila tamponi, perlopiù provenienti dalle Asl di Teramo e L’Aquila, con qualche puntata nel Chietino.

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Coronavirus: 11mila test allo Zooprofilattico
Giovanni Savini e Federica Monaco, virologi dell'istituto teramano, spiegano come isolano il virus e vengono elaborate le analisi di circa 600/700 tamponi al giorno (video di Luciano Adriami)

LA DIAGNOSI. I due laboratori attivati nella sede di Campo Boario viaggiano a una media di 650-700 tamponi al giorno. «Gli istituti zooprofilattici sono abituati a lavorare su grandi numeri, mantenendo alta la qualità, per questo ci siamo proposti al ministero e abbiamo proposto gli altri Zooprofilattici», esordisce Giovanni Savini, responsabile del laboratorio di sanità animale e coordinatore del sistema diagnostico per il coronavirus. Il virologo descrive il processo, gestito in vari step, dall’arrivo dei campioni, allo smistamento del documento da una parte e dall’altra del campione in una struttura di biocontenimento di livello di sicurezza 2 e successivamente in un laboratorio Bl 3 dove il virus viene inattivato per poi essere testato. «E’ un procedimento che dura 5 ore», spiega un’altra virologa, Federica Monaco, responsabile del reparto malattie esotiche, «svolto in totale da 60 persone, divise in quattro squadre per due linee separate. Quest’ultima è una precauzione perchè se per caso uno si contagia e nei fatti rende inattiva una linea, l’altra va avanti». I due virologi non lo dicono per scaramanzia, ma all’istituto non c’è stato nemmeno un caso positivo. Però raccontano di lunghe giornate di lavoro. «Io entro alle 7 e di solito esco verso le 23», afferma Savini, che fa notare come buona parte del personale lavori in condizioni pesanti, gravato da tute e sistemi di sicurezza che rendono tutto più difficile. Alla fine, il risultato è che «le risposte le consegnamo in 24 ore, ma se dall’ospedale arriva un’urgenza anche in molto meno». Tanto lavoro, che le squadre fanno senza risparmiarsi, anzi andando in aiuto l’una dell’altra. Ma anche tanta soddisfazione. Savini mostra un Sms inviato da un medico che lo ringrazia per una diagnosi veloce che ha permesso di salvare una paziente, al Mazzini. «Dietro ogni tampone c’è una storia», commenta, «un carico umano che ci viene raccontato. Ho condiviso l’Sms con i colleghi: ci dà la forza di affrontare 12 ore di lavoro o più, per cui nessuno si lamenta».

Da sinistra Daniela Morelli, Giovanni Savini e Federica Monaco, dirigenti dello Zooprofilattico
LA RICERCA. E se il problema dei reagenti per ora è superato, visto che ieri è arrivata una grossa partita, accanto all’attività diagnostica c’è la ricerca. Lo Zooprofilattico ha sequenziato il genoma del coronavirus. «Ora abbiamo la caratterizzazione di quel che circola in Abruzzo», riprende Monaco, «e quindi si può dedurre l’origine. Stiamo isolando anche i ceppi virali, o una parte, per testare la suscettibilità di alcuni animali al virus. E poi ci sono contatti con gli ospedali di Teramo e L’Aquila per fare un progetto per la patogenesi, cioè capire che cosa c’è dietro alle diverse evoluzioni della malattia. In sostanza capire perchè alcuni sono asintomatici e altri no. C’è poi un discorso in ambito immunitario, per testare la popolazione regionale e vedere la circolazione virale, chi ha sviluppato la presenza di anticorpi».
IL LINK CON I DATI. Un lavoro su diversi fronti che si traduce anche in un’operazione di informazione della popolazione. Da ieri, sul sito web dell’istituto, c’è un link che dà il quadro della situazione abruzzese dell’epidemia Covid. «Vengono pubblicati dati ufficiali da cui si desumono gli andamenti rispetto alla media nazionale», commenta Daniela Morelli, responsabile del laboratorio epidemiologico e sanità pubblica, «di prelievi, casi positivi, ricoverati, con una mappatura delle aree geografiche. Rispetto al sito della Protezione civile è più dettagliato sulla realtà locale. Fondamentalmente è rivolto alla popolazione con un obiettivo divulgativo e vuol rappresentare uno strumento di governo per chi deve decidere: avere un quadro della situazione epidemiologia aiuta ad assumere decisioni nella fase 2».
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