Beatrice Lorenzin: «Un vaccino contro le balle elettorali» 

Intervista al ministro della Salute in Abruzzo per la prima sede di Civica popolare. Tra Pescara e Chieti ospedale condiviso

PESCARA. In Abruzzo, prima ad Avezzano e poi a Pescara, per inaugurare in piazza Salotto la prima sede elettorale italiana della lista Civica Popolare che la vede scendere in campo con la sottosegretaria alla Giustizia, Federica Chiavaroli, il deputato Paolo Tancredi, il consigliere regionale Giorgio D’Ignazio, e tanti altri abruzzesi. Per il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sarà una campagna «popolare e non populista», dice. Una campagna che la vedrà impegnata con «umiltà e voglia di ascoltare», vaccinata contro le balle elettorali. Non le manda a dire agli avversari più grandi, come il 5 Stelle Di Maio e il leader della Lega Salvini, il ministro che non ha avuto paura di dare lo stop a metodi di cura sospetti oppure a decidere di avviare una campagna di vaccinazione di massa per garantire la salute a bimbi e adolescenti, sfidando i No Vax.
Ministro Lorenzin, perché ha deciso di partire proprio dall’Abruzzo?
«Perché l’Abruzzo è una regione che sento molto vicina a me. Qui ho tanti amici e passo le mie vacanze. Ma è anche una regione tormentata da tante catastrofi che ha bisogno di attenzione da parte della politica. È un luogo bello e geniale, un vero patrimonio per l’Italia».
Si ritiene soddisfatta dei risultati ottenuti attraverso la vaccinazione diffusa?
«Sono molto soddisfatta soprattutto alla luce delle prime stime che abbiamo registrato appena una settimana fa. In percentuale abbiamo raggiunto risultati migliori di quelli ottenuti negli Stati Uniti in pochissimo tempo, ma la strada per raggiungere la piena copertura è ancora lunga. Ma dovremmo vaccinare l’Italia anche da estremisti e incompetenti in temi così delicati che riguardano la salute. Nessuno può sottovalutare queste malattie né il ritorno di casi di pertosse e tetano. Ma abbiamo recuperato lo svantaggio e siamo riusciti a non dare retta a chi specula sulle persone per altri fini, anche politici. Questi sono temi seri di cui deve occuparsi la scienza».
Come vede quindi la campagna elettorale?
«La nostra si baserà su proposte sostenibili non su promesse stile Cetto la qualunque. Così ai miei colleghi dico di stare attenti altrimenti si cade nel ridicolo. Potrei citare molte promesse come quella fatta da Di Maio sul sistema previdenziale. Ma è il momento di dire basta alle balle della campagna elettorale, così come non si può pensare di demolire tutte le riforme fatte in questi anni dal governo».
Quali sono le priorità della lista Civica Popolare?
«Al primo posto poniamo la restituzione del potere d’acquisto alle famiglie su cui presenteremo un programma legato alla crescita e il welfare. Abbiamo idee chiare per esempio sul tema della natalità. La crescita demografica è per noi centrale. Ma occorre inquadrarla da più punti di vista e affrontarla con le giuste politiche riferite al lavoro, alla salute , alla previdenza e all’assistenza agli anziani e non solo. Abbiamo progetti che avranno effetti a cascata. Da una parte sugli anziani e sui nuovi servizi di cura e assistenza domiciliare. Dall’altra i giovani con sostegno alle famiglie, come lo è stato con bonus bebè proposto dal mio ministero, e gli asili nido gratuiti per la fascia da 0 a 3 anni per permettere alle donne di lavorare e conciliare lavoro e famiglia. Dobbiamo aumentare il lavoro femminile, aumentando così la produttività dell’Italia".
Il decreto che porta il suo nome ha ridisegnato, razionalizzandola, la mappa degli ospedali italiani. C’è un caso abruzzese che ci interessa da vicino: tra Pescara e Chieti chi sarà il Dea di II livello?
«Un ospedale condiviso è possibile. Non vogliamo guerre di campanile ma rendere le strutture efficienti. Il Ministero della Sanità e la regione Abruzzo stanno lavorando in questo senso».
Quali risultati si aspetta Civica Popolare in Italia e in particolar modo in Abruzzo?
«Ho deciso di mettermi alla prova selezionando una squadra. Le nostre porte sono aperte e io che corro per vincere. Dall’Abruzzo mi aspetto un ottimo risultato. Il mio principio è che un buon politico deve ascoltare ma sapere anche dire no come ho fatto con il metodo Stamina. È importante essere popolari e non populisti per riavvicinare la gente davvero alla politica»