Cultura in Abruzzo, Blasioli: «Il governo senza soldi lascia 96 eventi appesi a un filo»

Il dem lancia l’allarme: «Manca il bando che assegna i finanziamenti alle manifestazioni regionali». E c’è il caso del museo di Loreto: «La Regione vuole imporre tre membri nel comitato di gestione»
PESCARA. Il premio Flaiano, la Giostra cavalleresca di Sulmona, l’Indierockets, il Fla. Tutte storiche manifestazioni culturali abruzzesi appese, per la propria sopravvivenza, a quel filo rosso dei finanziamenti pubblici che, nei tempi delle casse dissestate dal deficit sanitario, rischia di essere reciso. Ma il caso è destinato a espandersi a macchia d’olio, perché sono tantissimi gli eventi che l’anno scorso hanno potuto contare sull’aiuto della Regione e che quest’anno, dopo aver anticipato i soldi, rischiano di rimanere a secco.
Di mezzo c’è una legge, la 55 del 2013, che disciplina i due bandi attraverso cui la Regione assegna annualmente una cifra che varia dai 300mila ai 600mila euro per manifestazioni sia di grandi che di piccole dimensioni (l’anno scorso sono state 96 le iniziative a rientrare in graduatoria). L’avviso pubblico viene solitamente pubblicato nei primi giorni di agosto, ma al momento non ce n’è traccia. Il motivo? La legge non è stata rifinanziata. Ed è un doppio problema, perché in molti casi le manifestazioni si sono già svolte, con gli organizzatori che si sono fatti carico delle spese confidando nell’aiuto successivo della Regione. Il consigliere Pd Antonio Blasioli lancia l’allarme, accusando la giunta di avere due pesi e due misure a seconda «del colore politico, quando invece la cultura dovrebbe essere indipendente da chi governa. Ci sono degli eventi identitari per l’Abruzzo che devono anticipare le spese e incrociare le dita, sperando di rientrare nella graduatoria del bando – sempre che la Regione non svuoti i capitoli di spesa – e altri che, invece, ricevono i finanziamenti in anticipo perché sono sponsorizzati dal politico di turno». A conferma di quella che definisce «una politica predatoria della cultura», il dem riporta il caso della fondazione Musei civici di Loreto Aprutino, che al momento è nel pieno di un braccio di ferro con la Regione. In palio ci sono 30mila euro di contributi che, attacca Blasioli, «saranno assegnati solo se verranno inseriti nel consiglio di gestione i tre nomi indicati dalla giunta: un atto contrario allo statuto della stessa fondazione». Insomma, anche la cultura diventa il teatro di battaglia di una politica costretta a barcamenarsi tra un ricco patrimonio culturale e la scarsità delle casse pubbliche.
GLI EVENTI A RISCHIO
Per i premi Flaiano ballano i 25mila euro stanziati lo scorso anno e attualmente non rinnovati. La stessa cifra che sperano di ottenere l’associazione culturale Harmonia novissima e l’organizzazione della Giostra Cavalleresca di Sulmona. Ma a rischio ci sono altri noti eventi culturali abruzzesi, come l’Indierockets, il Muntagninjazz e il Sulmonacinema. E la lista si allunga a dismisura dando un’occhiata alle manifestazioni che l’anno scorso hanno ricevuto finanziamenti più ridotti. È il caso del Festival d’estate (12mila euro), del Gran Sasso Bookfest (mila euro), del Pescara Liberty Festival (8mila euro), del Pescara jazz 2024 (7mila euro) e dei Cantieri dell’immaginario dell’Aquila (7mila euro). Senza dimenticare, poi, il premio Benedetto Croce (5mila euro) e il premio Tagliacozzo, a cui l’anno scorso erano stati assegnati ben 50mila euro. Nella maggior parte dei casi si tratta di iniziative che si sono già svolte e, se i contributi non arriveranno, è probabile che quella del 2025 sarà la loro ultima edizione. «Sicuramente ora ci diranno che in agenda verrà inserito anche il rimborso delle spese sostenute per lo svolgimento di queste manifestazioni», commenta Blasioli, «ma la verità è che non usciranno: il bilancio di quest’anno non prevede somme per i bandi della legge 55/2013. Ciò vuol dire che tutte queste manifestazioni rimarranno a bocca asciutta».
IL CASO DELLA FONDAZIONE
«È un altro chiaro esempio della gestione dominatoria e padronale della cultura da parte del centrodestra», continua il consigliere Pd nel suo attacco alla maggioranza, questa volta mettendo nel mirino la questione della fondazione Musei civici di Loreto Aprutino, che gestisce il museo delle ceramiche Giacomo Acerbo. Secondo Blasioli, la Regione «ha vincolato l’erogazione del contributo previsto di 30mila euro all’ingresso nel consiglio di gestione della fondazione di tre rappresentanti di nomina regionale». Per spiegare la vicenda il dem fa un passo indietro: «Nel 2023 il consiglio regionale ha approvato la legge 43 che ha come oggetto il riconoscimento di Castelli quale “città della ceramica abruzzese” e la valorizzazione dei Musei Barbella di Chieti e Paparella Treccia di Pescara, nonché della collezione “G. Acerbo” di Loreto Aprutino. Per la valorizzazione di quest’ultima la Regione ha stanziato 30.000 euro per ciascun anno dal 2023 al 2025. Tuttavia, con un artificio contenuto nella legge, il centrodestra si è ricordato che nel 1994, cioè trent’anni prima, la Regione aveva acquistato il 93,75% della collezione “G. Acerbo” data in comodato (non in proprietà) alla Fondazione e per questo decide, a distanza di trent’anni, di nominare tre rappresentanti regionali nel consiglio di gestione». Ed è qui che, secondo il dem, emerge tutta la differenza di trattamento riservata ai diversi enti pubblici: «Per la Fondazione Paparella Treccia, infatti, si stabilisce che il Consiglio Regionale partecipi come socio fondatore, dando mandato al Presidente del Consiglio Regionale di curare tutti gli aspetti per perfezionarne la partecipazione. Per la fondazione Musei civici, invece, tutto questo non viene previsto, c’è solo l’imposizione della nomina dei tre rappresentanti nel consiglio di gestione». Ma quando la giunta si prepara ad approvare la delibera che avrebbe certificato i nuovi incarichi, ecco che sorge un problema: lo statuto della fondazione non prevede la possibilità di inserire rappresentanti della Regione all’interno del consiglio. A quel punto si entra in una fase di stallo, con la giunta e la fondazione che iniziano uno scambio di lettere che, però, non porta da nessuna parte. L’ultimo atto di questa storia ancora lo scrive la Regione nella legge della Leale collaborazione, approvata meno di un mese fa, a cui viene apposto un emendamento «pervenuto in consiglio all’ultimo momento utile e mai discusso in commissione, che lega l’erogazione del contributo, per la sola annualità 2025 (perché nel 2023 la Fondazione non è stata avvertita dello stanziamento del contributo, e quello 2024 è stato già liquidato), all’adeguamento dello statuto, con l’inserimento nel comitato di gestione dei tre componenti nominati dalla Regione». E così, in questi tempi di magra per la casse abruzzesi, l’erogazione di fondi alla cultura diventa il campo di battaglia della politica. Ma per le ceramiche serve particolare attenzione, perché sono fragili. Anche più delle finanze regionali.
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