Edicole, la voce della categoria: «Stare al passo con i tempi ma vanno ridotte le tasse»

1 Settembre 2025

Atanasiu: «C’è qualcosa da cambiare». Toppeta: «Oltre alla Tosap bisognerebbe annullare anche la Tari». Rosa (Fenagi): «È una crisi senza fine»

PESCARA. Una richiesta d’ascolto arriva da Montesilvano. Geanina Atanasiu ha rilevato un’attività che si trova in una zona importante della città, corso Umberto I, rilanciando la propria edicola all’insegna della qualità nell’offerta e della passione nel lavoro.

«Il discorso dell’azzeramento della tassa sul suolo pubblico va benissimo», spiega, «perché si paga tutto, anche le tende che dobbiamo comunque mettere noi: le utilizziamo, ad esempio, per proteggere la carta o la plastica dal sole. Dei circa 1.000 euro per la tassa dell’occupazione di suolo pubblico, solo 400 euro sono dovuti alle tende. C’è qualcosa da cambiare. Se sono rimaste 50 rivendite, la distribuzione locale dovrebbe quantomeno rivedere le cose. Questo lavoro mi piace tanto, credo che lo si veda dai numeri e dai risultati: per me è come andare a fare una vacanza. Quando ho rilevato questa edicola, ho scelto di rinnovare tutto, rifacendo il bagno e il pavimento».

Atanasiu insiste molto su questo concetto: «Il bagno è pulito, e sono in molti a notarlo. Un tempo l'edicola non veniva mai curata perché, tanto, la merce si vendeva a prescindere. Ma le condizioni oggi sono diverse: chi chiude, lo fa perché non è riuscito a stare al passo con i tempi. Il 70% delle edicole, purtroppo, è gestito da anziani. Bisogna relazionarsi all’oggi, essere in grado di cambiare se il mercato si evolve. La carta secondo me non morirà mai, ma l’offerta al pubblico dev’essere appetibile. Io», aggiunge, «mi procuro riviste che altre edicole non hanno, propongo le collane sulle macchine o sulle leggende della moda, vendo giornali, quotidiani, libri e cruciverba ma non i dischi: il vinile, infatti, è un mercato a parte perché è ricavato da una sorgente cd, e la gente non vuole sentire quello. Credo che la mia edicola sia tra le più belle strutture attualmente esistenti, e rispetto al passato sono riuscita a incrementare il fatturato, ma non voglio farla diventare un bazar. Il bilancio finora è positivo. A luglio ho iniziato il terzo anno di attività, e la gente ancora si meraviglia perché dice di non aver mai visto un’edicola così ordinata, con tanta scelta, e dove si viene trattati con gentilezza».

Carlo Toppeta gestisce da anni un’edicola a Penne. Conosce dunque molto bene le problematiche del settore: «Per la nostra sopravvivenza», sostiene, «oltre alla Tosap bisognerebbe annullare anche la Tari. Penso altresì a un’Irpef con un’aliquota del 10% e l’Inps al 50%. Sarebbe infine positivo prevedere una scontistica del 50% sulle bollette della luce. La cancellazione della tassa di occupazione del suolo pubblico potrebbe senza dubbio aiutarci nelle nostre spese».

A Pescara le cose non vanno meglio: lo scorso anno nel capoluogo adriatico hanno chiuso i battenti altre due edicole. Un’agonia. Sono rimaste aperte soltanto 36 edicole, mentre nei restanti comuni della provincia ben 20 ne sono sprovvisti. Anche per questa ragione si renderebbe necessaria un’agevolazione fiscale per quei pochi eroi che continuano a mandare avanti, nonostante tutto, presìdi territoriali dall’indubbio valore socioculturale.

Giovanni Rosa, rappresentante di Fenagi (Federazione nazionale giornalai) a Pescara ed edicolante dal 1985, non usa mezzi termini: «È una crisi senza fine», afferma. «Il numero di iscritti a Fenagi-Confesercenti è pari oggi a 45 esercenti su tutto l’Abruzzo. Chi ha la propria edicola sul suolo comunale deve pagare una tassa di occupazione che consiste all’incirca in 1.000 euro all’anno per 12 metri quadrati. Per noi è una cifra abbastanza alta soprattutto se rapportata alle vendite che facciamo. Togliere quei 1.000 euro ai nostri incassi equivale a togliere circa il 10% del nostro utile». La richiesta, finora, è però caduta nel vuoto: «Negli ultimi 20 anni», puntualizza Rosa, «abbiamo invitato tutte le amministrazioni che si sono succedute a eliminare questa imposta su Pescara ma, al di là delle promesse e dei faremo di tutto, non ci hanno mai tolto niente. Peccato, sarebbe stato un aiuto importante».

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