ABRUZZO

Finito il fermo ittico, barche in mare: torna a tavola il pesce fresco dell'Adriatico

I pescherecci questa notte mollano gli ormeggi a Giulianova, Vasto, Pescara e Ortona dopo lo stop iniziato il 17 agosto. Ci sono delle limitazioni, ma ora si pensa a come cambiare il periodo di blocco

PESCARA. Gli ormeggi questa notte possono essere mollati nei principali porti di Giulianova, Ortona, Pescara e Vasto. La marineria abruzzese torna in mare. Dalla mezzanotte di oggi, 15 settembre, finisce il fermo pesca. Dalle Marche fino al Molise, le barche tornano a pescare dopo il periodo di stop scattato il 17 agosto per consentire il il ripopolamento della specie ittica.

Ci sono alcune limitazioni: come, ad esempio, nessuno può pescare nel tratto della Fossa di Pomo _ una delle aree più pescose dell'Adriatico al limite delle acque territoriali con la Croazia _ così come alcuni pescherecci più piccoli possono operare solo in una tratto che va dalle 4 alle 6 miglia dalla costa. Ma l'importante è tornare al lavoro in mare.

Un sospiro di sollievo per armatori e pescatori e per tutto l'indotto che gira intorno al settore. E oggettivi vantaggi a tavola con il ritorno del pesce fresco dell'Adriatico nei menu dei ristoranti abruzzesi.

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Il fermo biologico inizia invece nel tratto tra Civitavecchia e Gaeta nel Tirreno che si aggiunge alla sospensione già in atto da Brindisi a Napoli, che coinvolge anche il mar Ionio interessando Puglia, Basilicata, Calabria e Campania. Inoltre come è avvenuto lo scorso anno in aggiunta ai periodi di fermo fissati i pescherecci dovranno effettuare ulteriori giorni di blocco che vanno da 7 a 17 giorni a seconda della zona di pesca e del tipo di risorsa pescata.

Coldiretti Impresapesca  ricorda per l'occasione come  il settore sia stato duramente colpito dall’emergenza coronavirus con danni stimati da 500 milioni di euro  per effetto della produzione invenduta, perdite economiche derivanti dal crollo dei prezzi e dal deprezzamento delle specie ittiche a maggior pregio non richieste dalla ristorazione, ancora alla prese con una difficile ripartenza. "Se il lockdown dei mesi scorsi ha già favorito il consumo di prodotto surgelato, che in 9 casi su 10 arriva dall’estero, il fermo aumenta ulteriormente il rischio – sottolinea Impresapesca Coldiretti – di ritrovarsi prodotto straniero nel piatto per grigliate, zuppe e fritture, soprattutto al ristorante dove il pescato viene servito già preparato, se non si tratta di quello fresco made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare".

Di qui Coldiretti torna a ribadire la necessità dell'adozione di una "carta del pesce" per  garantire la trasparenza dell’informazione ai consumatori dal mare alla tavola con l’obbligo dell’indicazione di origine anche ai menu dei ristoranti.

Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è dunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (GSA). Le provenienze sono quelle dalle GSA 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Ma si può anche rivolgersi alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica. 

L’assetto del fermo pesca 2020 non risponde ancora alle esigenze delle aziende ittiche che sono costrette a concentrare l’attività in 160-180 giorni, mentre avrebbero bisogno di scegliere autonomamente quando fermarsi in base alle condizioni di mercato, alle necessità di manutenzione delle barche o alle ferie del personale.  L’auspicio di Coldiretti è che dal 2021 si possa partire dalle novità positive per mettere in campo un nuovo sistema che tenga realmente conto delle esigenze di riproduzione delle specie e delle esigenze economiche delle marinerie.

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