Il Pd: aboliamo le pensioni dei consiglieri regionali

8 Luglio 2011

Paolucci: il testo sarà presentato nei prossimi giorni. Allo studio un progetto di riforma degli enti

PESCARA. Non è stato facile arrivare all'accordo, ma alla fine il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci ha trovato la strada: nei prossimi giorni il Partito democratico presenterà una proposta di legge per abolire la pensione dei consiglieri regionali, simbolo ineguagliato del privilegio di casta: bastano 5 anni, un solo mandato consiliare, per incassare un lordo di 2.600 euro al mese; con 15 anni si superano i 6mila euro, compreso il diritto alla reversibilità per il coniuge. Fino alla riforma del 2010, era anche possibile incassare il vitalizio a 55 anni, con modico sconto sul mensile (oggi occorrono 60 anni e due mandati, oppure 65 anni se si ha un solo mandato).

L'accordo è stato trovato nel parlamentino dei Consiglieri, deputati e senatori democratici che si è riunito lunedì scorso per mettere a punto un documento sui costi della politica, e dove trova posto anche un progetto complessivo di riforma degli enti regionali. Se la legge passasse l'Abruzzo sarebbe la prima regione italiana ad abolire il vitalizio.

«La riduzione dei costi della politica è tema di discussione nazionale, che riemerge ad ogni manovra finanziaria», spiega Paolucci, «e accade che a fronte della crisi drammatica che colpisce giovani e anziani, disoccupati e pensionati, alcuni privilegi della classe politica appaiano insopportabili. A Roma anche quest'anno le misure contenute nella manovra Tremonti eludono la questione. A dire il vero il discorso va allargato a tutta la classe dirigente pubblica e privata. E accompagnato ad una riflessione sulle funzioni e sull'utilità della politica».

LA PROPOSTA
Il Pd abruzzese «non vuole sottrarsi alla sfida», dice Paolucci, «e intende riavvicinare le istituzioni ai lavoratori, alle imprese, alle comunità territoriali. Per questo riteniamo che la riduzione dei costi della politica regionale deve essere affrontata insieme alla ridefinizione delle funzioni della pubblica amministrazione regionale, enti strumentali compresi».

In base a quali principi? «Efficienza e economicità del servizio», risponde il segretario Pd, «separazione tra le funzioni legislative e programmatorie della Regione e le funzioni di gestione che devono essere decentrate», in funzione di «un'amministrazione migliore, più qualificata, agile, efficiente, moderna» a fronte di una «burocrazia pesante, dissipativa, introversa, lenta che non regge il passo spedito delle trasformazioni in atto».

Per Paolucci le riforme studiate dal governo Chiodi non vanno in questa direzione e tanto meno in quella del risparmio perché «si vogliono abolire agenzie cui già il centrosinistra aveva tagliato i costosi Cda», e si manifesta «il desiderio di un neo centralismo assessorile che sottende più la voglia di gestire che di legiferare. Le Agenzie esistono in molte regioni considerate più moderne ed efficienti (Emilia Romagna, Lombardia, Toscana). Se ne deve ridurre il numero avendo chiari gli obiettivi e le finalità che si vogliono raggiungere. All'Abruzzo e alle imprese», precisa il segretario Pd, «serve un'unica Agenzia per lo sviluppo e l'attrazione di investimenti, che assorba le funzioni dei consorzi industriali, Abruzzo Lavoro, Abruzzo Sviluppo, Sviluppo Italia, Arit, Aptr, e decentri alle associazioni di comuni i compiti della pianificazione territoriale. Serve un'unica Agenzia regionale per la politica della casa, con l'abolizione degli Ater e il passaggio di competenze ai Comuni. E basta un'unica Asl regionale, che assuma anche funzioni di programmazione e di monitoraggio. Serve un'unica società dei trasporti su gomma mentre il Pd constata che la Giunta Regionale aspetta la scadenza degli attuali cda. Lasceremmo Arssa e Arta, tornando a dare ruolo, dopo le note vicende, alla Finanziaria Regionale».

Sono queste, aggiunge, «le linee strategiche di una proposta aperta, che asciuga lo spazio della demagogia per provare a riaprire un dibattito più consono».

Quanto ai costi della politica e dei politici, «siamo stati i primi a chiedere ed attuare autonomamente la riduzione del 10% dei compensi dei consiglieri regionali», dice Paolucci, che aggiunge «Nei prossimi giorni depositeremo il disegno di legge per abrogare il discusso vitalizio dei consiglieri regionali. Siamo, altresì, consapevoli che è possibile ridurre del 20% le spese per gli organi politici di giunta e consiglio. Si può ridimensionare drasticamente il ricorso alle consulenze esterne e dimezzare il numero dei dirigenti nell'arco di tre anni con una seria riorganizzazione. Inoltre siamo pronti a confrontarci su una riduzione delle società di gestione dei servizi pubblici locali, a cominciare dal servizio idrico, e su un accorpamento dei comuni per la gestione associata dei servizi».

Se queste cose Paolucci sfida la giunta «ad aprire un confronto finora mancato su troppe questioni».

POLEMICA SULL'ARSSA
Intanto è confronto e anche scontro sulla chiusura dell'Arssa, l'agenzia di sviluppo agricolo. Ieri è intervenuto l'assessore regionale Mauro Febbo per rispondere alle critiche del coordinatore Api Marino Roselli, scettico sui risparmi dichiarati da Febbo: «La realtà dei fatti parla di un risparmio nell'immediato di 1 milione 245 mila euro. Nel dettaglio», spiega Febbo, «sono previsti: l' eliminazione della figura di un direttore generale (188 mila euro), di due direttori di area (240 mila euro), del collegio dei revisori (82 mila euro); si procederà ad una riduzione di diverse posizioni dirigenziali e si potrà ottenere un risparmio fiscale grazie al diverso inquadramento patrimoniale dell'ente (Ici 104 mila euro, Ires 25 mila e Irap 606 mila). Sono pronto a dimostrargli che si arriverà ad un taglio di oltre 3 milioni di euro annui che deriva non solo dal risparmio fiscale ma dall'utilizzo del qualificato personale dell'Arssa. Queste professionalità saranno indispensabili per la Direzione Politiche agricole in vista delle sfide che la nuova agricoltura ci proporrà nei prossimi anni e non esiste l'intenzione di creare un super assessorato. Noi vogliamo invece capitalizzare le risorse a nostra disposizione».

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