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Influenza, vaccinato un anziano su due

La percentuale è tornata ai livelli di tre anni fa dopo l’”effetto paura” del 2015. Poco più di un migliaio i giovani e i bambini

PESCARA. I dati stanno affluendo alla Direzione sanitaria della Regione, ma il trend della campagna di vaccinazione antinfluenzale, al momento chiusa dovrebbe attestarsi su percentuali di copertura attorno al 50%. Quantomeno nella Asl di Pescara, in relazione agli ultra sessantacinquenni (70.000 circa in tutta la provincia), la categoria più a rischio. Ma la tendenza dovrebbe essere univoca per tutta la regione.

Questo significa una ripresa di più di dieci punti, ai quali si dovrebbe aggiungere il 5% in più (la percentuale media della popolazione al di sotto dei sessantacinque anni che si è vaccinata in regione negli ultimi quattro anni), se confrontata alla percentuale dell’anno scorso, quando, a causa di alcuni morti sospette in Italia (anche se poi si dimostrò che non ci fu alcun nesso di causa ed effetto tra vaccini e decessi), in Abruzzo non si riuscì a coprire neanche il 40%, fermandosi al 39.2%.

Una percentuale che tornain linea con quella del 2013, quando la copertura fu più o meno del 53%, e leggermente superiore a quella del 2012, che toccò il 49.2% della popolazione, ma inferiore a quella del 2011, l’anno “migliore” degli ultimi cinque in Abruzzo, per la vaccinazione antinfluenzale, quando la percentuale di copertura, sempre in media tra le quattro Asl regionali, sfiorò il 60%, arrivando a toccare, per la precisione, il 59.7% (Asl dell’Aquila 52.7%, Chieti 61%, Pescara 57.1% e Teramo 68.1%).

La maggior parte dei vaccinati (vedi tabella a destra), 65.646 ultra sessantacinquenni, è ricorsa al vaccino adiuvato MF59 (subunità+MF59), tipo il Fluad, in grado di stimolare una parziale difesa anche contro ceppi di virus influenzali sensibilmente diversi da quelli in esso contenuti. Altri tipi di vaccino utilizzati sono stati del tipo subunità (27.170), senza l’adiuvante, utilizzando solo antigeni purificati, cioè antigeni o pezzi di essi ricavati da un microrganismo o dalle sue tossine. Fra tutti i vaccinati della regione, inoltre, 23.105 ultra sessantacinquenni hanno usato il metodo intradermico (con aghi, quindi, anche più piccoli di 10 volte se confrontati con quelli intramuscolari).

«Il vaccino è sempre necessario»,sottolinea Walter Palumbo, medico di base e coordinatore dell’Isa (associazione intersindacale sanitaria abruzzese), «anche se quest’anno l’influenza non sembra particolarmente virulenta. Ad ogni modo», aggiunge, «consiglio di mettersi a letto, prendendo gli antipiretici e di avvisare solo dopo un paio di giorni il medico. Il quale a quel punto può prescrivere gli antibiotici».

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