ABRUZZO

La Consulta boccia il piano di rientro del deficit: emergenza sui conti della Regione

La Corte costituzionale dichiara illegittime le norme contenute nei bilanci di previsione 2018-2020 e 2019-2021 sui tempi di ammortamento. E scoppia la polemica politica sulle responsabilità

L'AQUILA. Duro colpo per le casse della Regione e per l'iter d'uscita dalla crisi economico-finanziaria provocata dal Covid. La Corte costituzionale ha bocciato il piano di rientro del deficit. In particolare, come si legge nella Consulta, ha dichiarato illegittime la legge regionale del 5 febbraio 2018, n. 7 (Bilancio di previsione finanziario 2018-2020) e quella del 31 gennaio 2019, n. 2 sul bilancio di previsione finanziario 2019-2021 nella parte in cui si fa riferimento alla norma che consente di spalmare la spesa nel tempo e non sono previsti investimenti/accantonamenti per ridurre il deficit.

Il disavanzo complessivo 2014-2015 era stato infatti distribuito in 20 anni, con rate di circa 30 milioni di euro annui. Anche per la Corte dei Conti, che aveva sollevato il problema, questo periodo è stato troppo dilatato e quindi graverebbe sulle future generazioni in modo troppo incisivo.

Ora la Suprema corte, presieduta dal giudice Giancarlo Coraggio, con questa sentenza, la numero 235, ha di fatto imposto una riduzione dei tempi di ammortamento e quindi la quota annua può raddoppiare, trasformandosi in una maxi rata di 60 milioni di euro all'anno per 10 anni.

Non è chiaro però dove, in tal caso, questi fondi possano essere trovati. Il bilancio regionale dovrà essere rivisto, e dovrà essere fatto entro breve tempo.La Regione punta a una nuova ipotesi di ammortamento del maxi disavanzo di bilancio in modo da evitare la paralisi dell’attività istituzionale e tagli di servizi oppure un aumento delle imposte per i cittadini abruzzesi.

Intanto sulla bocciatura e quindi sull'illegittimità della norma della Regione Abruzzo si innesca la solita polemica politica sulla responsabilità. «Le leggi sul rientro dal debito bocciate portano la firma del centrosinistra», secondo l'assessore regionale al Bilancio, Guido Quintino Liris, che in una nota ha diffuso la notizia, «perché risalgono alla precedente legislatura sia il disavanzo, quello registrato negli esercizi 2014 e 2015, sia le norme oggi dichiarate illegittime». Liris si riferisce alla X legislatura D'Alfonso entrata in carica con le elezioni del 30 giugno 2014 dopo il mandato della giunta Chiodi (2009-2014) di centrodestra.