La fabbrica di turbine eoliche: un piano da 3mila posti di lavoro

Riccardo Toto, dg Renexia: «Notevoli opportunità dell’eolico offshore galleggiante per l’Italia». Si accelera il confronto con la Regione. Gli impianti prodotti servirebbero la Sicilia e il Maryland (Usa)
PESCARA. Un investimento da 500 milioni di euro e la creazione di 3mila posti di lavoro, più del doppio rispetto alle previsioni iniziali, con il progetto Renexia, società del gruppo Toto. Tutto questo con la realizzazione della fabbrica per la produzione di turbine eoliche da inviare nel Maryland (Stati Uniti) e in Sicilia, dove l’azienda abruzzese sta realizzando i parchi eolici più grandi al mondo.
Per la localizzazione della fabbrica è stata data una accelerazione al confronto con la Regione Abruzzo. L’ipotesi iniziale è ancora valida: porto di Ortona.
Come confermato da Riccardo Toto, direttore generale di Renexia, durante gli Stati generali dell’Energia di Forza Italia, tenutisi ieri nella Sala della Regina della Camera dei deputati. L’imprenditore ha infatti evidenziato «le notevoli opportunità dell’eolico offshore galleggiante per l’Italia» in termini di «occupazione e di indipendenza energetica».
Progetto già svelato nel settembre 2024, ma che ora prende ancora più corpo, con le parole del dg Toto, e che mostra altri numeri rispetto a qualche mese fa, visto che all’epoca si disse che gli occupati sarebbero stati 1.300.
L’accordo da 500 milioni di euro prevede il coinvolgimento del colosso Ming Yang, il più grande produttore privato di turbine eoliche in Cina e il quinto in assoluto nel Paese del dragone. Costituita nel 2011, come naturale evoluzione della divisione “Energie Rinnovabili” della Toto spa, Renexia è invece una società per azioni che si occupa dello sviluppo, della progettazione, della costruzione e della gestione di impianti per lo sfruttamento delle energie rinnovabili.
«È possibile realizzare l’eolico offshore galleggiante e dobbiamo farlo», ha dichiarato Riccardo Toto, direttore generale di Renexia nel corso degli Stati generali dell’Energia di Forza Italia.
«Questa tecnologia», ha aggiunto, «sfrutta venti più forti in alto mare, permettendo di produrre energia con un investimento iniziale contenuto».
Un esempio è il progetto Med Wind di Renexia, a 80 chilometri dalla costa della Sicilia, che potrà coprire il 3 per cento del fabbisogno energetico nazionale con un impatto ambientale e paesaggistico quasi nullo grazie alla sua posizione in alto mare, come sottolinea la società in una nota.
«Per sviluppare una solida filiera nazionale dell’eolico offshore, è necessaria una tariffa incentivante simile a quella per il fotovoltaico. Il decreto FER 2 propone un investimento di circa 6 euro all’anno per utenza, una cifra contenuta», ha aggiunto Riccardo Toto.
«Per creare una filiera robusta servono almeno 15 GW», ha spiegato Toto, «questo è cruciale per la sicurezza energetica e per generare un significativo giro d’affari. L’allaccio degli impianti non deve gravare sugli oneri di sistema – che scadranno entro il 2031-2032 – e sarà necessario prevedere l’obbligo di utilizzo di risorse umane locali per i beneficiari di queste tariffe».
«L’esperienza di Renexia negli Usa con US Wind, con 1,7 GW autorizzati, dimostra la fattibilità degli investimenti. Se l’Italia raggiungesse 15 GW, si potrebbero investire circa 60 miliardi di euro, con 15 miliardi di gettito Iva e la creazione di migliaia di posti di lavoro, come quelli che potrebbero essere creati con la fabbrica di turbine eoliche che dovrebbe essere avviata in Abruzzo e su cui Renexia si sta confrontando con l’amministrazione regionale», ha concluso il direttore generale di Renexia.
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