L’appello disperato dei bimbi in Congo, pronta la 64ª missione umanitaria di Barone

Il professore si appresta a ripartire per l’ennesima volta: «Tanti orfani senza cibo né farmaci rischiano di morire»
L’AQUILA. Non si ferma mai. Infaticabile, determinato, con una straordinaria forza d’animo. Mentre si appresta a partire per la sua 64esima missione umanitaria in Congo il professor Francesco Barone lancia un nuovo, accorato appello. «La situazione del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo», sottolinea con forza, «continua ad essere drammatica. Il recente e aspro conflitto ha causato migliaia e migliaia di vittime. Molte bambine e bambini sono rimasti orfani e rischiano di morire per mancanza di cibo e medicine».
È una disperata richiesta di aiuto da parte di Barone, già protagonista di 63 missioni umanitarie in Africa. In queste ore ha ricevuto un appello da Bienvenue Kasole, referente dell'Associazione Help senza confini, da anni impegnata nel portare avanti interventi concreti a favore della popolazione vulnerabile di Goma. «Caro Francesco», sottolinea in un video Kasole mentre è attorniato da decine di bimbi del Congo, «vedi quanti bambini ho qui intorno? Hanno bisogno di acqua, cibo, medicine. La situazione a Goma è drammatica. Per favore, non fermatevi, continuate ad aiutarci».
Francesco Barone è pronto per la nuova missione umanitaria, la partenza per il Congo è prevista per la fine di dicembre. Originario di Bussi sul Tirino e docente dell'Università dell'Aquila nel Dipartimento di Scienze Umane, periodicamente sale su un aereo e vola in direzione Africa, dove trasporta ciò che può. Il prossimo obiettivo è Goma, città di 700mila abitanti nella Repubblica Democratica del Congo. Le missioni umanitarie africane in passato lo hanno visto impegnato in viaggi in Ruanda, Burundi, Senegal e Congo.
Barone ha contribuito alla costruzione di scuole e strutture sanitarie nei vari Paesi martoriati del Continente nero. Ha fondato il Centro Kwetu nel quartiere Mugunga alla periferia di Goma, una struttura che ha consentito la scolarizzazione di circa mille bambini poveri. Nel corso dei suoi numerosi interventi ha consegnato grandi quantità di alimenti, medicine e vestiti alle popolazioni bisognose dell'Africa. È anche il portavoce di Denis Mukwege, Nobel per la pace nel 2018, conosciuto come il medico contro gli stupri, il ginecologo congolese autore di un documento di denuncia contro i crimini commessi nei confronti del suo popolo.
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