Missione turismo, l’intervista a Sospiri: «Lavoriamo per un volo diretto tra Pescara e Madrid»

Il presidente del Consiglio: «Ci saranno ricadute economiche». E sulle polemiche: «La cifra che abbiamo investito è ridicola, 70mila euro nel deficit sanitario? Non avrebbero cambiato nulla»
MADRID. Presidente Lorenzo Sospiri, è più bella Madrid o la sua Pescara?
«Entrambe. Ma io farei più il paragone con L’Aquila. Sono due bellezze diverse, ognuna con la sua storia molto importante».
Cosa le hanno detto le autorità spagnole dell’Abruzzo?
«Sono molto interessati a stabilire con noi dei ragionamenti di lungo periodo. Chiaramente, tutto il mondo è paese: loro vivono le stesse politiche regionali che dobbiamo fare noi per evitare lo spopolamento delle aree interne. E vivono, come noi, lo stesso problema di rendere il costo dei servizi, come quello dei trasporti e della sanità, sostenibili».
Secondo lei, quale sarà il ritorno per l’Abruzzo di questa iniziativa?
«Credo che sul turismo invernale riusciremo ad avere dati positivi, vedremo gli spagnoli sciare sulle nostre montagne. Chiaramente la Spagna è anche una piattaforma logistica per il Sud America, dove alcune nostre imprese, come De Cecco, sono molto performanti. La Spagna è un canale aperto con una regione, una nazione del Sud e del Mediterraneo con cui dobbiamo allearci. Cercheremo di fare sponda comune per attrarre investimenti per le nazioni del Sud e del Mediterraneo».
Primo passo per realizzare quello che lei dice è un volo diretto per Pescara-Madrid?
«Sì, per noi è un atto di incoraggiamento alle nostre comunità all’estero, come abbiamo sempre fatto con Australia, Belgio, Germania e Stati Uniti d’America, quando siamo stati gli ospiti d’onore alla cena a New York. Ci sono sempre loro che sono gli ambasciatori perenni tutti i giorni. Altrimenti non si comprenderebbe perché, nel corso dei decenni, la Regione Abruzzo ha sempre cercato di mantenere vivi e forti i rapporti con le nostre comunità all’estero».
Presidente, lasciamo un attimo Madrid e torniamo in Abruzzo. A quelli che pensano che sia stato un errore spendere 70mila euro per questo evento, mentre l’Abruzzo fa i conti con il disavanzo della sanità, cosa risponde?
«La cifra investita per sei mesi di attività è talmente ridicola che non incide sulla dimensione di una dinamica che in Abruzzo è molto importante e va attenzionata. Ma non riguarda solo l’Abruzzo, riguarda tutta l’Italia. Settantamila euro non avrebbero cambiato nulla. Azzerare l’intera regione Abruzzo per inseguire un pareggio di bilancio della sanità, che non possiamo fare neanche se investissimo tutta la nostra spesa corrente, vorrebbe dire bloccare i trasporti pubblici e l’intera promozione turistica. Ma sono ricadute di gettito economico che in Abruzzo non si hanno perché chi viene in Abruzzo spende in Abruzzo, qualcuno paga l’Iva, qualcuno paga la tassa di soggiorno. Se c’è qualcuno, e mi si deve ancora palesare, che pensa che questa spesa sia un errore...».
Ma le polemiche dell’opposizione hanno parlato di uno «spreco di soldi pubblici».
«Ma quello è un posizionamento formale. Luciano D’Amico ha fatto una foto quando c’è stato l’Expo di Milano, e c’erano il presidente del Consiglio regionale, il sottosegretario D’Alessandro, il presidente era Luciano D’Alfonso. All’Expo di Milano si sono spesi più di 2 milioni di euro: per Osaka, che è leggermente più complicato dal punto di vista logistico, ne spenderemo meno della metà. Cosa faceva D’Amico lì, che c’entrava? Che stava a fare a Milano? È inutile rincorrere questa vicenda senza senso: 70mila euro sono un investimento molto basso che cerca di iniziare un percorso. Una spesa molto frugale, per dare un segnale a questa nostra associazione di corregionali (Casa Abruzzo, ndr), che è molto apprezzata perché viene ricevuta dalle massime cariche istituzionali».
Ha letto le ultime dichiarazioni della scrittrice Donatella Di Pietrantonio sulla gestione e modalità dell’invito agli eventi? Per par condicio, adesso vogliamo sapere anche la sua versione.
«La Di Pietrantonio è stata invitata dall’ambasciata e dall’Istituto italiano di cultura, a fare una presentazione del suo libro. Ma quando c’è l’opportunità di avere dei corregionali che hanno ricevuto degli onori e un ampio successo, non deve guardare l’appartenenza politica, ma semplicemente vantarsi di essere abruzzese».
Ma chi l’ha invitata, allora?
«Domanda che può essere rivolta all’ambasciata che dice di averla invitata e di averle mostrato tutto. La Regione Abruzzo ha approvato il programma steso da Casa Abruzzo e dall’Istituto italiano. Se a lei (il riferimento è alla scrittrice, ndr) dispiace essere abruzzese, perché è una regione di centrodestra, a me invece fa molto piacere che la Di Pietrantonio la pensi politicamente in maniera molto diversa da me, ma che lei sia un’abruzzese. Mi vanto del fatto che lei sia abruzzese».
Durante questi eventi Casa Abruzzo cura ogni dettaglio, come siete entrati in contatto con questa associazione nata da appena un anno?
«Siamo stati intercettati da loro in questi ultimi mesi».
A Casa Abruzzo avete finanziato 70mila euro, al resto dovranno pensarci gli sponsor. Qual è la cifra che daranno gli sponsor?
«Non hanno un obbligo di rendicontazione. Da parte nostra loro riceveranno i soldi a saldo. Gli abbiamo dato un anticipo (pari almeno al 70 per cento, ndr)».
Per l’evento inizialmente Casa Abruzzo vi aveva chiesto 100mila euro, cifra poi ritrattata e scesa a quella attuale.
«Come faccio sempre, propongo di partire con passi molto ponderati. Poi, quando si dimostra una ricaduta effettiva, a quel punto possiamo ragionare di investimenti migliori. Abbiamo voluto abbassare il budget e spingere a cercare sponsor».
Ma perché questo taglio?
«Un’attività di cui non avevamo contezza precedente, sulla base della loro richiesta era giusto assegnare un finanziamento che non gli impedisse di portare avanti quel programma. Una spesa moderata».
Le presenze della politica abruzzese oggi sono di più di quelle annunciate in conferenza stampa.
«Ai consiglieri regionali è stata inviata una nota per chiedere chi volesse partecipare. Oltre a me e Imprudente, c’è il consigliere regionale Luciano Marinucci (nelle spese della Regione rientrano anche quelle dei dirigenti che hanno accompagnato la delegazione abruzzese, ndr). Il consigliere del Comune di Pescara Giordano Bruno è stato invitato da Casa Abruzzo, l’ex consigliera Lega Sabrina Bocchino è a spese personali».