Atessa

Stellantis Atessa, dopo le ferie si riparte con 400 dipendenti in meno

19 Agosto 2025

Gli incentivi all’esodo hanno ridotto notevolmente il numero degli addetti della fabbrica in Abruzzo. I timori del sindacato: “La transizione ecologica ci sta togliendo il lavoro”

ATESSA. "Il nostro obiettivo è richiamare Stellantis e il Governo a una responsabilità sociale per tutti i dipendenti, questa transizione ecologica ci sta togliendo il lavoro. Una responsabilità sociale per salvaguardare e tutelare l'industria dell'auto del nostro Paese". Lo dice all'Ansa Nicola Manzi, coordinatore Uilm Abruzzo, nel giorno in cui alla Stellantis di Atessa, ex Sevel, è ripresa la produzione dopo le ferie.

Rispetto a prima delle ferie gli addetti sono 400 in meno, in seguito alla "separation", la fuoriuscita incentivata; lo stabilimento ha una capacità produttiva di 970 veicoli al giorno su tre turni. Oggi si lavora su due turni, la produzione è di 650 veicoli al giorno, il terzo turno (notturno) è stato sospeso da qualche mese. "Una ripresa nel segno della speranza - dice Manzi -. Ci auguriamo che i numeri crescano. Stellantis di Atessa è l'unico stabilimento in Italia con numeri di produzione di un certo tipo, seppure nella crisi; altri purtroppo sono fermi e veramente in ginocchio".

Non mancano le preoccupazioni, legate a cassa integrazione, retribuzioni e indotto, perché non tutti i fornitori hanno capacità di rispondere a un'ulteriore contrazione o crisi del mercato. Nello stabilimento della Val di Sangro a giugno 2024, per la crisi di mercato, è scattata la cassa integrazione, seguita dal contratto di solidarietà, fino a dicembre prossimo. "Per quanto riguarda Stellantis di Atessa il motore endotermico è ancora vigente e funzionante perché chi acquista Ducato lo fa per lavorare. E' un prodotto appetibile - continua il coordinatore Uilm Abruzzo - Quindi la scadenza del 2035 sta avendo un effetto completamente diverso da quello che accade nel settore auto: le persone continuano ad acquistare il Ducato per affidabilità e rapporto qualità-prezzo. Una ripresa con 640-650 veicoli al giorno, numeri che consideriamo bassi, va sostenuta attraverso le richieste di mercato che dovrebbero arrivare, e soprattutto incentivando la possibilità di aumentare la produzione del Ducato elettrico, oggi ferma a 5/6 veicoli: dovremmo creare le condizioni affinché il cliente finale sia nelle condizioni di acquistare un Ducato anche elettrico, e renderlo competitivo".

Per Manzi "la vera sfida sarà un ripensamento che dovrebbe venire intanto dall'Europa, a rettificare quella legge capestro che impone la dismissione dell'assemblaggio e della produzione di vetture con motori endotermici al 2035, soprattutto per i veicoli commerciali leggeri". Quanto alle prospettive future "io penso che la Sevel si stia allineando alla sua capacità produttiva, la speranza non deve mai morire perché il Ducato è il Ducato, e soprattutto se guardiamo tutti gli stabilimenti Stellantis in Italia, Atessa è l'unico che ha numeri di produzione così importanti. Basti pensare, sono dati del 2024, che a fronte di 462.000 pezzi prodotti da Stellantis in Italia, 192.000 li ha fatti Atessa con il veicolo commerciale leggero. Ex Sevel era e resta uno dei pilastri portanti non solo dell'economia abruzzese, ma del business di Stellantis in Italia - conclude il sindacalista - per cui la speranza è che questo modello riparta e che il mercato soprattutto riparta".