Stop alla “fuga di cervelli”, imprese a caccia di talenti

Luca Tosto promotore dell’iniziativa Aispe in collaborazione con 9 Università. Stage retribuito nelle aziende a 15 laureati: «Confindustria dovrebbe copiarci»

PESCARA. «Le imprese italiane non possono permettersi di cedere alle aziende estere le risorse migliori del proprio Paese»: Luca Tosto, managing director della Walter Tosto spa di Chieti scalo, ha sposato in pieno questa causa e da presidente dell’Aispe – associazione senza scopo di lucro alla quale afferiscono i maggiori produttori italiani di apparecchiature a pressione – ha portato avanti un progetto che ha per obiettivo proprio quello di arginare la “fuga di cervelli” (l'ultimo report della Commissione europea evidenzia che solo nel 2014 sono stati circa 12mila 500 gli italiani che si sono trasferiti oltre confine a causa della mancanza di opportunità lavorative in Italia).

L’Aipe, che ha lo scopo di favorire lo sviluppo tecnologico, scientifico ed economico per la creazione di nuovi prodotti da offrire sul mercato mondiale, si sostituisce in sostanza ai cercatori di talenti. Come? Attraverso una collaborazione con importanti università, quali quella di Milano, Padova, Bologna, Viterbo, Torino, Bergamo, Brescia, Roma Tor Vergata e Napoli Federico II, saranno selezionati i migliori 15 neo-laureati ai quali sarà offerta l'opportunità di effettuare uno stage retribuito di 6 mesi (700 euro mensili) finalizzato all'assunzione, presso le aziende associate Aipe che aderiscono all'iniziativa.

Il progetto è stato denominato Yes (Young Enterprise Success) dalle tre parole che in italiano vogliono dire: giovani + impresa = successo.

L'associazione si impegna a finanziare il periodo di stage per il 50% dei costi, mentre la restante parte, con possibilità di vitto e alloggio, sarà a carico dell'azienda ospitante.

I settori in cui i 15 talenti verranno impegnati sono meccanico, chimico e gestionale.

All’Aipe sono convinti che da questa selezione, le imprese avranno solo vantaggi e risparmio nei costi: « Dal 2008 al 2014 sono emigrati giovani istruiti che sono costati allo Stato ben 23 miliardi di euro. Soldi regalati alle aziende straniere. A questo si aggiunge il mancato introito contributivo. Due fattori che impoveriscono ulteriormente il Paese».

«Ci auguriamo che questo esempio venga imitato anche da Vincenzo Boccia, nuovo presidente di Confindustria, per far sì che il numero dei ragazzi coinvolti arrivi a 500 annui», commenta Walter Tosto la cui azienda di Chieti scalo è stata visitata dal premier Matteo Renzi e presa ad esempio per i contratti portati avanti con il Jobs Act.©RIPRODUZIONE RISERVATA