Trasporti, l'Abruzzo dei doppioni

Autobus, treni e pullman in sovrapposizione: i tagli alle linee iniziano dagli sprechi

PESCARA. La mattina per andare da Pescara a Giulianova (e viceversa) ci sono il pullman, l'autobus e il treno. La stessa cosa capita da Pescara a Lanciano e dall'Aquila a Rieti, così come nei percorsi più brevi c'è un via-vai di bus che non hanno neanche le grandi città.

Alle 7,30 di ogni mattina in Abruzzo c'è un incrocio di mezzi pubblici che può essere additato quale segno di efficienza e dinamismo in rappresentanza dell'enorme pendolarismo scolastico e lavorativo che contraddistingue la regione. In realtà tutto questo movimento si traduce in una voragine sui conti pubblici, con il servizio di trasporto va al di là della principale legge di mercato, della domanda e dell'offerta. In Abruzzo ci sono troppi mezzi in strada concentrati su determinate tratte più «remunerative» e pochi su quelle più «povere». Il risultato è un disequilibrio dell'organizzazione con la conseguenza che spesso i mezzi viaggiano o stracolmi o vuoti, oppure che hanno una frequenza bassissima.

L'analisi di tutto il settore è contenuta nel piano del trasporto pubblico che la Regione ha fatto redigere (la consulenza è costata 36mila euro) per riorganizzare l'intero sistema alla luce dei tagli finanziari del governo (23 milioni anziché 54). Nello studio si evince che esistono troppe sovrapposizioni, che sono troppi i mezzi in giro e che non c'è alcun sincronismo con il trasporto ferroviario. In poche parole vengono individuati gli sprechi che vanno eliminati.

Il problema adesso per la Regione è dover tagliare il 10 per cento delle corse senza penalizzare gli utenti. Perché alle tante aziende di trasporto vanno comunque i parecchi contributi pubblici a seconda dei chilometri percorsi ogni anno. Se quindi da una parte c'è l'interesse a far viaggiare i mezzi, dall'altra c'è l'obiettivo di non farli muovere più a vuoto, con un solo passeggero a bordo, e magari anche in concorrenza con il treno locale della Sangritana.

La scure dei tagli alle corse si abbatterà soprattutto lungo la costa. Dalla fotografia sui trasporti contenuta nel piano emerge chiara la sovrapposizione tra ferro e gomma a nord di Pescara, in direzione Giulianova e poi da qui verso Teramo. Lo studio mette in luce come ad esempio, lungo la Statale 16, gli autobus di linea dell'Arpa si «doppiano» con i bus urbani delle aziende di trasporto comunali e con il trenino della metropolitana veloce della Sangritana. «Orari e frequenze vanno razionalizzate», è l'indicazione degli esperti che all'assessorato dei Trasporti viene presa come un ordine categorico. Il ragionamento economico è il seguente: il treno impiega mezz'ora da Pescara a Giulianova ed effettua fermate veloci, il pullman fermandosi negli stessi posti impiega un'ora in più, ma la velocità commerciale di quest'ultimo è inferiore e il costo dei trasporti aumenta. Stesso ragionamento guiderà la riorganizzazione sulla Lanciano-Pescara (Sangritana-Trenitalia e autobus), sull'Aquila-Rieti e sull'Aquila-Sulmona con il bilanciamento degli orari anche a seconda dei festivi e dei pre-festivi.

L'area metropolitana Chieti-Pescara costituisce un fenomeno a parte. Qui viene registrato l'incrocio disordinato tra mezzi extraurbani ed urbani, con i primi che spesso si sostituiscono ai secondi. Le tratte sono la Pescara-Spoltore e la Pescara-Rieti. Così come la Pescara-Farindola è troppo «condivisa» da Gtm e Arpa, con il paradosso che si tratta di due aziende regionali. L'ultima indicazione è per la linea 38 che dall'aeroporto d'Abruzzo arriva a Montesilvano: dalla folla accalcata nelle ore di punta si passa al bus che viaggia vuoto la sera. Un esempio da evitare.

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