TODAY

29 ottobre

Oggi, ma nel 1888, a Costantinopoli, futura Istanbul, in Turchia, i delegati (nella foto, particolare) di Italia, Austria-Ungheria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Russia, Spagna e Turchia, siglavano la convenzione, detta di Costantinopoli, che regolava il libero regime di transito, benché sotto protezione britannica, nel canale di Suez.

Il punto più importante era la proibizione delle ostilità nelle acque del canale. Per il Belpaese il curatore della pratica era il ministro degli esteri ad interim Francesco Crispi, leader della sinistra storica, in carica come presidente del consiglio dei ministri, che aveva mantenuto per sé il dicastero dal 29 luglio 1887 e lo terrà fino al 6 febbraio 1891 quando lascerà l’incarico ad Antonio Starabba di Rudinì, esponente del Partito liberale costituzionale. L’articolo 1 della convenzione firmata sulle rive del Bosforo prevedeva: “Il canale sarà sempre libero in tempo di guerra come in tempo di pace a ogni nave mercantile senza distinzione di bandiera. Esso non sarà mai soggetto all’esercizio del diritto di blocco”. Articolo che tuttavia era in conflitto con il X, che consentiva al Chedivè, il governatore egiziano, di adottare misure per "la difesa dell'Egitto e del mantenimento dell'ordine pubblico”.

La convenzione entrerà in vigore il 13 gennaio 1889. Era una fondamentale manovra diplomatica posta in essere dalle varie potenze mondiali per tentare di indebolire il controllo britannico e internazionalizzare la possibilità di solcare l’istmo.  La conseguenza politica immediata della stipula della convenzione era la fine dell’ultimo legame di sovranità fra la francese Compagnia universale del canale marittimo di Suez, quella di Ferdinand de Lesseps, che aveva provveduto alla costruzione tra il 1859 e il 1869, e l’Egitto, che non aveva più alcun controllo reale sul canale, che diventava di fatto extraterritoriale. L’alveo artificiale, lungo 163 chilometri, profondo 8 metri, largo 22 metri sul fondo e 58 in superficie, era situato nella terra dei faraoni, a ovest della penisola del Sinai, tra Porto Said sul Mar Mediterraneo, e Suez, sul Mar Rosso. Era stato realizzato dal già menzionato diplomatico e imprenditore di Versailles de Lesseps su progetto dell’ingegnere di origine trentina, con cittadinanza austriaca, Luigi Negrelli. Era stato inaugurato, il 17 novembre 1869, alla presenza dell’imperatrice consorte dei francesi Eugenia de Montijo, moglie di Napoleone III.

L’apertura del canale di Suez aveva avuto un impatto senza precedenti sul flusso via mare dei trasporti globali. Ma gli oltre vent'anni trascorsi dal passaggio della prima nave, il 17 febbraio 1867, alla convenzione di Costantinopoli non erano stati propriamente pacifici ed equilibrati dal punto di vista della gestione del traffico marittimo, con conseguenti forti ripercussioni commerciali.