Bara aperta in cerca dei gioielli: a giudizio tre giovani del paese

Il fatto nella notte del 7 giugno,al cimitero di Cupello, nella cappella della famiglia Marchesani con l’utilizzo di arnesi rubati. Il processo il prossimo 11 novembre: annunciata dalla parte civile la richiesta di risarcimento danni
CUPELLO. Hanno profanato e distrutto una cappella all'interno del cimitero del paese e, usando attrezzi agricoli rubati poco prima, hanno estratto una bara dal loculo e l'hanno aperta convinti di trovare al suo interno oggetti in oro. Gli autori dello scellerata incursione sono stati identificati dai carabinieri. Sono tre giovani di diciannove anni residenti a Cupello: F.D.F., M.M. e A.D.G.. Il procuratore della Procura della Repubblica del tribunale di Vasto, Domenico Seccia, ha chiesto nei loro confronti il processo con rito immediato. I tre indagati compariranno davanti al giudice monocratico del tribunale di Vasto l'11 novembre prossimo. Il compito dei loro difensori, gli avvocati Alessandro Orlando, Alessandro Besca e Davide Memma si presenta arduo. L'avvocato Orlando non esclude di richiedere per il suo assistito il rito abbreviato. I proprietari della cappella danneggiata, la famiglia Marchesani, nota e stimata famiglia del paese, attraverso il loro legale, l'avvocato Antonello Cerella, annunciano la costituzione di parte civile e la richiesta di risarcimento del danno provocato.
Il raid era avvenuto la notte del 7 giugno scorso. Dopo aver scavalcato una recinzione sul retro del camposanto, la gang si era diretta verso la cappella armata di zappe e attrezzi da scasso (risultati anche questi rubati). Una volta raggiunta la cappella, hanno cominciato a colpirla rompendo il rivestimento in pietra e la muratura. Non contenti hanno aperto il loculo contenente la bara del capo famiglia morto da più di dieci anni, l'hanno portata fuori e l'hanno aperta lasciandola poi in quelle condizioni sul selciato. Ad accorgersi di quello che era accaduto è stata una signora la mattina dopo. La donna si è recata al cimitero per fare visita ai propri defunti e si è trovata davanti a una scena surreale. La cappella era stata distrutta e davanti c'era la bara aperta. Sconvolta, ha chiamato un’agenzia di servizi funebri che a sua volta ha avvisato i carabinieri e la polizia locale. Dopo i rilievi del caso, la bara è stata sigillata e rimessa al proprio posto. Grazie alle indagini avviate dai carabinieri i responsabili dell'incursione sono stati identificati.
A parere della Procura il gesto dei tre era diretto o a sottrarre monili in oro e altri oggetti di valore dal loculo, non riuscendo nell'intento per cause indipendenti dalla loro volontà. «Oltre ad avere procurato un grave danno alla famiglia Marchesani», afferma l'avvocato Antonello Cerella, «i tre hanno mancato di rispetto e offeso la memoria del defunto e della famiglia compiendo un gesto inqualificabile stigmatizzato dalla collettività».