Brucia per vendetta la casa della moglie

Marito ricercato: nella fuga ha picchiato un poliziotto. La donna minacciata per mesi

VASTO. Insultata, minacciata, picchiata e costretta a restare chiusa in casa. Per mesi ha subito le violenze del marito. Esasperata, qualche giorno fa ha deciso di andare via dalla casa che lei stessa aveva preso in affitto subito dopo il suo arrivo a Vasto e si è rifugiata dalla sorella. Il compagno, Makram Arfaouj, 27 anni, nato a Bousalem, tunisino clandestino, non riuscendo a farla tornare, per vendetta martedì sera ha appiccato il fuoco all'appartamento, rischiando di far saltare in aria lo stabile. Rintracciato dalla polizia, lo straniero ha colpito un agente con un pugno ed è scappato. Ora è ricercato.

Il giovane è accusato di maltrattamenti in famiglia, incendio colposo e oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale. La polizia ha diffuso la sua foto per facilitare la sua ricerca.
Le stanze annerite e il forte odore di fumo e cenere. E' quanto resta dell'incendio che martedì notte ha costretto i residenti del condominio al civico 1 di via Lussemburgo, vicino all'ospedale San Pio, ad uscire di casa per motivi di sicurezza.

Tutta colpa delle furia cieca e della gelosia che hanno spinto il tunisino ad appiccare per vendetta il fuoco al divano della casa che fino a qualche giorno prima aveva diviso con la moglie. La chiamata al 115 e l'intervento dei vigili del fuoco hanno evitato alle fiamme di raggiungere la cucina provocando un'esplosione. Il danno è comunque notevole e tanta è stata anche la paura dei vicini di casa.

Il dirigente del commissariato, Cesare Ciammaichella, ha ricostruito la vicenda grazie alla testimonianza della moglie del fuggitivo.

«La ragazza, madre di un bambino di due anni, ha raccontato di essere in Italia da diversi mesi. Qualche tempo fa il marito è entrato cladestinamente nel nostro Paese e l'ha raggiunta. Per lei è iniziato l'inferno. Per ogni motivo, veniva insultata, picchiata e minacciata. Per paura della reazione violenta dell'uomo ha subito in silenzio senza raccontare il suo calvario», spiega Ciammaichella.

Due giorni fa, però, dopo l'ennesimo litigio, la ragazza è andata via e ha chiesto ospitalità alla sorella. Il marito ha cominciato allora a telefonarle chiedendole in tono minaccioso di tornare. La donna, temendo conseguenze per il figlioletto affidato ai nonni paterni in Tunisia, ha promesso di rientrare in casa nel giro di qualche giorno. «Evidentemente non è bastato a placare la rabbia del ragazzo che dopo aver fatto le valige ha appiccato il fuoco al divano», sostiene il dirigente del commissariato.

All'arrivo della polizia l'uomo era ancora davanti al condominio avvolto dal fumo. Alla vista della "volante" è scappato urlando frasi incomprensibili. Un agente lo ha bloccato e lui lo ha colpito con un pugno prima di sparire nei vicoli. «Chiunque avesse sue notizie le comunichi alla polizia», è l'invito del dirigente del commissariato.

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