Cani randagi e cinghiali, emergenza nel Vastese

7 Luglio 2013

Automobilisti rincorsi nei parcheggi e davanti ai centri commerciali. D’Amico (Pd): Provincia assente

VASTO. Rincorrono le auto e si aggirano nei piazzali dei centri commerciali, sia di giorno e sia di notte. A.A., un automobilista vastese aggredito venerdì sera da una muta di randagi in località Sant’Onofrio mentre tornava a casa, è riuscito a mettersi in salvo a fatica. L’uomo ha fatto scattare anche qualche foto. Le immagini sono più eloquenti di tante parole. Erano almeno dieci i cani che per ore hanno terrorizzato motociclisti e automobilisti in transito nella contrada. A detti dei residenti è così da diversi giorni ormai.

«Corrono dietro alle auto e spesso si radunano nei pressi dell’ingresso di un centro commercile. Più di una volta è capitato che si siano azzannati fra loro e che abbiano trascinato rifiuti lungo le strade. Possibile che il Comune non possa fare nulla per evitare che accada qualche disgrazia?», chiedono i cittadini.

La stessa domanda viene fatta da chi ha avuto la sventura di trovarsi faccia a faccia con un cinghiale. L’odore che esce dai tombini sembra attirare in modo particolare i incghiali. Diversi esemplari hanno preso d’assalto nei giorni scorsi le vigne a Vasto, ma anche a Casalbordino e Pollutri.

La Provincia aveva promesso un intervento per risolvere il problema e annunciato l’avvio di corsi per selecontrollori. «Di concreto che cosa è stato fatto?», chiede il consigliere provinciale Camillo D’Amico (Pd). «È trascorso più di un mese da quando il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, insieme all’assessore regionale Mauro Febbo hanno annunciato provvedimenti per pianificare la campagna di selezione dei cinghiali. Ci saremmo aspettati uno scatto d’orgoglio. Qui gli unici a scattare sono i cinghiali», afferma con una punta di ironia D'Amico.

Sono sempre di più i cittadini che, sbigottiti, si trovano sotto casa un cinghiale. Ultimamente gli incontri ravvicinati sono aumentati anche in riva al mare. «Quanto tempo dovremo ancora aspettare per constatare che le amministrazioni provinciale e regionale facciano qualcosa di concreto per risolvere il problema?», chiede il capogruppo provinciale del Pd. «Speriamo di non dovere aspettare settembre quando si riaprirà la caccia e il numero di cinghiali calerà grazie ai cacciatori», è l'auspicio dell’esponente del centrosinistra. (p.c.)

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