Cerratina chiusa ai comuni morosi

Piano di rientro, il Consorzio del Chietino blocca il servizio da martedì
FARA FILIORUM PETRI. Niente raccolta dei rifiuti per i Comuni morosi verso il Consorzio del Chietino. Da martedì 15 febbraio la Consac, il braccio operativo del Consorzio, sospenderà i servizi alle amministrazioni che non risulteranno in regola con il canone mensile di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani destinati alla discarica lancianese di Cerratina. Frutto del recente accordo tra la presidente Concetta Di Luzio e la Ecologica Sangro, che gestisce la discarica frentana, la misura drastica scatterà per quei Comuni che non contribuiranno alla loro quota-parte dei 155mila euro mensili pattuiti lunedì scorso.
A tanto ammonta il versamento che il Consorzio dovrà fare ogni 30 giorni per avere diritto di ingresso nella discarica. Si tratta di 90mila euro per la copertura delle spese di conferimento e 65mila per il piano di rientro dal debito maturato dal consorzio teatino nei confronti del Consorzio servizi ecologici del Frentano. Che ha stretto le maglie degli ingressi col duplice obiettivo di minimizzare le perdite economiche e rallentare il ritmo di riempimento del bacino, il più capiente d'Abruzzo ma anche prossimo al livello di colmata, secondo alcuni prevedibile intorno al 2014.
Una situazione disperata, quella del Consorzio del Chietino, arginata per il momento con la stipula di piani di rientro sottoscritti con i Comuni nella lista nera. Il primato del deficit spetta a Francavilla con circa 800mila euro, ma a far avvicinare l'ammanco complessivo a circa un milione e mezzo di euro hanno contribuito in questi anni anche Casacanditella, Pretoro, Tollo e Ari. Sull'emergenza rifiuti è critica l'amministrazione di Torrevecchia Teatina, tra i Comuni virtuosi tanto negli adempimenti economici quanto nella quota di differenziata avviata al riciclo.
«E' ormai chiaro, e la figuraccia rimediata dal Consorzio a Lanciano lo dimostra senza ombra di dubbio», attacca Rossano Mincone, consigliere delegato all'Ambiente, «che con il riempimento anticipato della discarica consortile di Fara siamo a livelli di carrozzone da avanspettacolo. E' un consorzio», prosegue, «che ha permesso ai furbi di accumulare debiti stratosferici, mentre al suo interno ha favorito sprechi insostenibili, come le centinaia di migliaia di euro pagati ai progettisti di un ampliamento della discarica e di un impianto di compostaggio che la Regione ha bocciato perché previsti su aree franose. Ci sono poi cifre analoghe spese per macchinari mai utilizzati e oggi, ancor più scandaloso, ci viene chiesto di sostenere il carrozzone con 350mila euro all'anno per pagare, fra l'altro, direttore, componenti del cda e dipendenti che non servono più visto che la discarica l'abbiamo persa chiusa nel 2008 dopo appena 10 anni».
A tanto ammonta il versamento che il Consorzio dovrà fare ogni 30 giorni per avere diritto di ingresso nella discarica. Si tratta di 90mila euro per la copertura delle spese di conferimento e 65mila per il piano di rientro dal debito maturato dal consorzio teatino nei confronti del Consorzio servizi ecologici del Frentano. Che ha stretto le maglie degli ingressi col duplice obiettivo di minimizzare le perdite economiche e rallentare il ritmo di riempimento del bacino, il più capiente d'Abruzzo ma anche prossimo al livello di colmata, secondo alcuni prevedibile intorno al 2014.
Una situazione disperata, quella del Consorzio del Chietino, arginata per il momento con la stipula di piani di rientro sottoscritti con i Comuni nella lista nera. Il primato del deficit spetta a Francavilla con circa 800mila euro, ma a far avvicinare l'ammanco complessivo a circa un milione e mezzo di euro hanno contribuito in questi anni anche Casacanditella, Pretoro, Tollo e Ari. Sull'emergenza rifiuti è critica l'amministrazione di Torrevecchia Teatina, tra i Comuni virtuosi tanto negli adempimenti economici quanto nella quota di differenziata avviata al riciclo.
«E' ormai chiaro, e la figuraccia rimediata dal Consorzio a Lanciano lo dimostra senza ombra di dubbio», attacca Rossano Mincone, consigliere delegato all'Ambiente, «che con il riempimento anticipato della discarica consortile di Fara siamo a livelli di carrozzone da avanspettacolo. E' un consorzio», prosegue, «che ha permesso ai furbi di accumulare debiti stratosferici, mentre al suo interno ha favorito sprechi insostenibili, come le centinaia di migliaia di euro pagati ai progettisti di un ampliamento della discarica e di un impianto di compostaggio che la Regione ha bocciato perché previsti su aree franose. Ci sono poi cifre analoghe spese per macchinari mai utilizzati e oggi, ancor più scandaloso, ci viene chiesto di sostenere il carrozzone con 350mila euro all'anno per pagare, fra l'altro, direttore, componenti del cda e dipendenti che non servono più visto che la discarica l'abbiamo persa chiusa nel 2008 dopo appena 10 anni».
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