Container dei rifiuti vicino agli alberghi e sulla pista ciclabile

Ma non sono solo gli ingombranti ammucchiati a creare disagi: il prato e il sentiero che collegano alberghi e pista con la spiaggia nascondono una enorme discarica
VASTO. Le dune, il percorso immerso nel verde che porta fino in riva, quasi al confine con San Salvo, la pista ciclabile e, a meno di un metro, un container maleodorante per i rifiuti raccolti sulla battigia e una piccola discarica abusiva. Alle spalle, lontano dai rumori della statale Adriatica, un albergo, una struttura di riabilitazione e case per i turisti.
Più di qualche passante ha pensato di issare la Bandiera blu assegnata dalla Fee sul cassone verde arrugginito che da primavera inoltrata è stato depositato in via Maestro, nella riviera sud, a ridosso della pista ciclabile inaugurata la scorsa settimana. A nulla sono servite le segnalazioni al Comune e alla società Pulchra che si occupa della raccolta dei rifiuti. «Non è un bel biglietto da visita», commenta Gianfranca Paneni, titolare dell'Hotel Lido. «Il passaggio dei mezzi meccanici è pericoloso per pedoni e ciclisti e per gli ospiti del centro di riabilitazione», aggiunge.
Ma non sono solo gli ingombranti ammucchiati - persino dei laterizi - e il cattivo odore a creare disagi: il prato e il sentiero che collegano alberghi e percorso per le bici con la spiaggia, nascondono una enorme discarica. Basta scavare pochi centimetri con una paletta per bambini per far riaffiorare tronchi, bottiglie, plastica e pattume. In parte trascinati a riva dalla corrente, in parte abbandonati dai cittadini, non sono stati mai rimossi, l'area non è stata bonificata e così, a un palmo dalla superficie calpestabile, si nasconde una vera e propria "bomba ecologica" che sta riaffiorando poco a poco dopo le piogge abbondanti.
«Camminando ci si può tagliare con schegge di legno e vetri, è necessaria la pulizia», sollecita l'albergatrice. «Quanto al container, collocato sempre al campo sportivo, perché si trova vicino alla pista ciclabile? Altro che panorama, chi la percorre si trova davanti un ammasso di rifiuti», conclude.
Più di qualche passante ha pensato di issare la Bandiera blu assegnata dalla Fee sul cassone verde arrugginito che da primavera inoltrata è stato depositato in via Maestro, nella riviera sud, a ridosso della pista ciclabile inaugurata la scorsa settimana. A nulla sono servite le segnalazioni al Comune e alla società Pulchra che si occupa della raccolta dei rifiuti. «Non è un bel biglietto da visita», commenta Gianfranca Paneni, titolare dell'Hotel Lido. «Il passaggio dei mezzi meccanici è pericoloso per pedoni e ciclisti e per gli ospiti del centro di riabilitazione», aggiunge.
Ma non sono solo gli ingombranti ammucchiati - persino dei laterizi - e il cattivo odore a creare disagi: il prato e il sentiero che collegano alberghi e percorso per le bici con la spiaggia, nascondono una enorme discarica. Basta scavare pochi centimetri con una paletta per bambini per far riaffiorare tronchi, bottiglie, plastica e pattume. In parte trascinati a riva dalla corrente, in parte abbandonati dai cittadini, non sono stati mai rimossi, l'area non è stata bonificata e così, a un palmo dalla superficie calpestabile, si nasconde una vera e propria "bomba ecologica" che sta riaffiorando poco a poco dopo le piogge abbondanti.
«Camminando ci si può tagliare con schegge di legno e vetri, è necessaria la pulizia», sollecita l'albergatrice. «Quanto al container, collocato sempre al campo sportivo, perché si trova vicino alla pista ciclabile? Altro che panorama, chi la percorre si trova davanti un ammasso di rifiuti», conclude.
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