Felicità e lavoro, parola agli esperti
Lunedì in ateneo il seminario di studi sulla ricerca di modelli etico-economici
CHIETI. Si parlerà del “Rapporto tra felicità e lavoro. Ricerca di modelli etico-economici e valutazione delle ricadute attuali” nel seminario di studi che si terrà lunedì 21 ottobre nell’auditorium del rettorato. L’inizio dei lavori è programmato per le 9.30. Argomento, quello tra felicità e lavoro, dal quale dipendono sia il benessere del lavoratore sia una migliore produzione lavorativa. L’iniziativa rientra nel progetto “Chewie - Well-being, humanism and civil economy”, coordinato dal professor Adriano Ardovino, direttore del Dipartimento di scienze filosofiche, pedagogiche ed Economico quantitative della “d’Annunzio”. Il progetto vede la collaborazione delle università di Perugia, di Firenze e Cattolica di Milano. I lavori, dopo i saluti istituzionali del rettore, Liborio Stuppia, e di Adriano Ardovino, si apriranno con la lectio magistralis sul rapporto tra felicità e lavoro di Stefano Zamagni, dell’Università di Bologna. Seguiranno le relazioni dell’aziendalista Paola Iannone e dei filosofi Giuseppe Fidelibus e Riccardo Ruggero Conti, della “d’Annunzio”.
Nel pomeriggio, dopo la relazione di Leonardo Becchetti, economista dell’Università di Tor Vergata, ci sarà una tavola rotonda moderata dal presidente di Csv Abruzzo, Casto Di Bonaventura con la partecipazione di Michela Cortini, docente di Psicologia del lavoro della “d’Annunzio”, dell’assessore regionale alle attività produttive Tiziana Magnacca, del direttore delle risorse umane della Denso Spa Alfonso Orfanelli, della presidente dell’associazione Rurabilandia, Giulia Palestini, e dell’amministratore delegato della Emmepi Srl Rino Muccino.
«L’ultimo rapporto Eurofound (2021)», spiega Ardovino, «descrive la diffusa precarietà delle condizioni di lavoro in Europa. Anche a seguito del Covid, i tassi di disoccupazione sono aumentati, in particolare tra le donne, e il divario di genere è ancora grave. Allo stesso tempo, il tasso a livello mondiale di persone che abbandonano il proprio lavoro ha raggiunto livelli allarmanti. In Italia, i primi sei mesi del 2022 hanno registrato un aumento del 36% delle dimissioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (osservatorio Inps). Questi dati sollecitano un ripensamento generale del rapporto tra felicità e lavoro, a partire da un’indagine più complessa sul significato e le condizioni della felicità stessa».