Chieti

Ferrovia Pescara-Roma, inchiesta sul campo base: rischio ritardi per la maxi opera

26 Agosto 2025

Nell’area di via Vella, a Brecciarola, dovevano nascere gli alloggi temporanei per ben 200 operai. La Procura di Chieti apre un fascicolo dopo la denuncia della consigliera comunale Silvia Di Pasquale

CHIETI. La procura della Repubblica di Chieti ha aperto un’inchiesta sui lavori avviati per realizzare il campo base necessario a ospitare 200 operai del cantiere della nuova ferrovia Pescara-Roma. Il fascicolo è stato innescato dalla denuncia presentata ai pubblici ministeri dalla vice presidente del consiglio comunale Silvia Di Pasquale (appartenente al polo civico del vice sindaco Paolo De Cesare), secondo cui l’intervento in via Vella – in località Brecciarola – ha preso il via in assenza dell’autorizzazione del Comune e, pertanto, va considerato un abuso edilizio. Insomma: l’indagine è la logica conseguenza dell’esposto depositato il 3 luglio negli uffici giudiziari di via Spaventa, come annunciato pubblicamente – nel corso di una seduta dell’assise civica – dalla stessa Di Pasquale. Gli investigatori hanno già acquisito documentazione in Comune per ricostruire l’intera vicenda. In questo scenario, la maxi opera – che consentirà di raggiungere la Capitale in due ore – rischia di accumulare ritardi.

Il caso è esploso in consiglio comunale il mese scorso, quando la delibera è stata ritirata dopo le polemiche scoppiate nella stessa maggioranza del sindaco Diego Ferrara. Nel progetto del campo base, a sostegno del raddoppio della tratta ferroviaria, sono previste le principali strutture logistiche e operative funzionali all’esecuzione dei lavori di un’opera classificata come infrastruttura strategica di interesse pubblico nazionale, in quanto parte integrante del sistema di mobilità sostenibile e del potenziamento del trasporto ferroviario regionale e interregionale.

Quanto all’area di circa 9.000 metri quadrati destinata agli operai, è contemplato «il montaggio di strutture prefabbricate del tipo container e inquadrate come “opere temporanee”». Negli elaboratori progettuali si parla di «dormitori bipiano, uffici, sala formazione, spogliatoi, cucina, mensa e infermeria». In altre parole: tutto ciò che è necessario «a soddisfare esigenze abitative e lavorative stabili»; ragion per cui queste opere, costituendo trasformazione urbanistica o edilizia del territorio, sono equiparabili a nuovi edifici e richiedono il rilascio del permesso a costruire. Da qui, l’istanza presentata in Comune, lo scorso marzo, dalla società con sede in provincia di Alessandria alla quale è stato affidato l’intervento.

In consiglio comunale si è scatenata la bagarre perché, stando a quanto segnalato dalla Di Pasquale, in via Vella le ruspe erano in azione già da tempo. E mentre lei ha comunicato di essersi rivolta alla procura, il consigliere Maurizio Stefano Costa di Forza Chieti ha fatto presente di aver presentato un esposto in prefettura. La delibera è stata ritirata e, da quel momento, non è stata più portata all’attenzione dell’assise civica. Tradotto: come il Centro ha potuto constatare ieri mattina, i lavori per realizzare il campo base restano completamente fermi.

Il Comune di Chieti si è detto contrario al progetto per la nuova ferrovia, impugnandolo anche davanti ai giudici amministrativi. Basti pensare a quello che è accaduto lo scorso 8 aprile, nel giorno dell’inaugurazione del primo cantiere da un miliardo di euro per il treno veloce. Mentre il governatore Marco Marsilio e i vertici delle istituzioni partecipavano alla cerimonia parlando di «inizio di una nuova era per l’Abruzzo, qui si fa la storia», e snocciolavano i numeri di un’opera «che cambierà l’economia della regione» e che «porterà i treni da quattro a dieci ogni ora», il sindaco Ferrara manifestava a 300 metri di distanza, insieme a 500 persone che denunciavano «il funerale per il territorio: non siamo contrari all’opera, ma va fatta nell’interesse dei cittadini».

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