VASTO. Ha rischiato di pagare a caro prezzo un momento di incosciente esuberanza L.G., uno studente di 19 anni di Vasto che un anno e mezzo fa decise di festeggiare il Capodanno in costume adamitico sul lungomare di Pescara. Fermato e denunciato per atti osceni in luogo pubblico, il ragazzo ha rischiato una condanna da tre mesi a tre anni di reclusione. Non è stato semplice per il difensore, l’avvocato Sebastiano Del Casale convincere il giudice del tribunale di Vasto che l’imputato nel momento in cui si è liberato degli indumenti non era in grado di intendere la gravità del proprio gesto: tutta colpa di qualche brindisi di troppo. L.G., insieme agli amici la notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio 2012, accolse l’arrivo del nuovo anno con qualche drink di troppo. Preso dall’euforia, uscì dal locale in cui erano in corso i festeggiamenti e si liberò dei vestiti. La scena non fu gradita da altri passanti che, indignati, chiesero l’arrivo delle forze dell’ordine. Il giudice di Vasto ha accolto la tesi del difensore e derubricato l’accusa da atti osceni ad «atti contrari alla pubblica decenza». L.G. è stato quindi condannato a una pena pecuniaria: duemila euro, oltre al pagamento delle spese processuali. (p.c.)

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