Fratelli d'Italia chiude lo studentato al Chieti: «Sarà solo per gli universitari»

Il senatore Sigismondi detta la linea: «La trattativa con il club neroverde? Non è una priorità»
CHIETI. Un giorno per la battaglia, un altro per la linea politica. Dopo la difesa a oltranza del presidente dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale (Ater), Antonio Tavani, sulla gestione della casa dello studente, ora è la politica regionale a tracciare un perimetro invalicabile. E a chiudere definitivamente il capitolo Chieti calcio. A parlare è il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, il senatore Etelwardo Sigismondi, che con un intervento netto sposta il focus: la struttura di viale Gran Sasso deve essere degli studenti. Un modo per spegnere le polemiche e, al contempo, dettare l’agenda per il futuro.
L’intervento di Sigismondi arriva al termine di un fine settimana di alta tensione e serve a fare chiarezza sulla direzione che il centrodestra intende seguire. Interrogato direttamente sulla volontà politica di destinare l’immobile integralmente agli universitari, la sua risposta è inequivocabile e non lascia spazio a interpretazioni: «La volontà politica è sempre stata quella di destinare l’intera struttura agli studenti universitari. In caso contrario, non sarebbero stati compiuti così tanti sforzi, sia economici sia istituzionali, per aprire lo studentato».
La trattativa con la società sportiva, dunque, si chiude qui. Era partita da un’ipotesi di affitto parziale per 18 posti letto su due piani, sulla base di un’autorizzazione di massima che l’Ater riteneva di avere dalla Regione. Quando però le parti erano arrivate al momento di tirare le somme, con una bozza di contratto già pronta, era stato il Chieti calcio a cambiare le carte in tavola, chiedendo di affittare l’intera struttura e manifestando persino l’intenzione di un possibile acquisto futuro. Un’escalation che ha portato prima allo stop tecnico degli uffici regionali e ora a quello politico, sancito dalle parole del senatore.
L’intera vicenda, secondo Sigismondi, è stata per il presidente Tavani «l’occasione per aprire una riflessione sulle difficoltà gestionali della struttura, già evidenziate dalla Regione anche nell’ultima parte della relazione». A una domanda diretta se l’ipotesi possa quindi considerarsi archiviata, il senatore aggiunge una chiosa che suona come una chiusura definitiva: «Il colloquio di questa mattina (ieri per chi legge, ndr) con Tavani è stato incentrato sull’offerta di alloggi per gli studenti universitari. La questione del Chieti calcio non mi è parsa di suo interesse prioritario».
L’intervento di Sigismondi è anche un’occasione per un duro contrattacco politico, rivolto al Partito democratico e alla sua organizzazione giovanile, che nei giorni scorsi avevano criticato duramente l’operato di Tavani. «Il recente dibattito sulla casa dello studente sembra aver fatto riscoprire al Partito democratico l’interesse per il diritto allo studio. Peccato, però, che lo stesso interesse non si sia visto quando a governare la Regione Abruzzo era proprio il Pd», afferma Sigismondi. «In quegli anni, infatti, la casa dello studente restava chiusa e abbandonata al degrado, senza che i giovani democratici sollevassero alcuna preoccupazione. Dov’erano, allora, i paladini del diritto allo studio quando venivano cancellati dalla giunta regionale di centrosinistra i fondi destinati alla messa a norma della casa dello studente? Dov’erano quando lo stesso governo regionale non garantiva la borsa di studio a tutti gli aventi diritto, istituendo la figura degli “idonei non beneficiari”?».
Il coordinatore abruzzese del partito di Giorgia Meloni rivendica quindi i risultati della giunta di Marco Marsilio, che «ha soddisfatto finalmente il 100% delle richieste di borse di studio» e permetterà l’apertura dello studentato dopo oltre 33 anni di attese. «Se questo è dilettantismo», sottolinea in risposta alle critiche, «ciò che ha caratterizzato il centrosinistra in passato non può che definirsi totale incompetenza».
Chiuso un capitolo, se ne apre un altro. Le criticità gestionali, usate da Tavani come leva per scuotere il sistema, restano infatti tutte sul tavolo. Sigismondi, pur lodando la «serietà e la determinazione del presidente Tavani nel voler offrire nuovi alloggi per l’accoglienza degli studenti», riconosce pienamente il problema di fondo: «Nonostante i 49 nuovi posti letto oggi disponibili, lo studentato continua a rimanere vuoto, mentre l’Ater deve comunque sostenerne i costi di gestione, che gravano sull’ente». Per questo, annuncia una nuova fase, più collaborativa. «Nel nostro confronto, Tavani mi ha anticipato che convocherà un incontro con i vari attori istituzionali interessati, al fine di superare le difficoltà gestionali e trovare finalmente una strada per attivare la struttura».
L’obiettivo, ora condiviso, è evitare che gli «investimenti pubblici già realizzati non vadano dispersi e la casa dello studente non torni a deteriorarsi, con il rischio di dover spendere nuovamente risorse per la messa a norma. Si lavorerà per superare le criticità riscontrate in questi mesi ma una cosa deve essere chiara: sull’impegno a garantire il diritto allo studio, il presidente Tavani, Fratelli d’Italia e il centrodestra non hanno certo bisogno di lezioni da una classe dirigente del Pd che, quando ha avuto ruoli e strumenti per valorizzare la casa dello studente, si è dimostrata cattiva maestra, scegliendo di disinteressarsene e lasciandola chiusa, senza preoccuparsi del diritto allo studio e della funzione strategica che la struttura può avere nel contribuire a rivitalizzare il centro di Chieti». Resta da capire come superare l’ostacolo dei costi di gestione, specie alla luce della recente istanza, presentata dalla stessa Ater, per ottenere un milione di euro di fondi ministeriali (Pnrr) legati a un vincolo d’uso esclusivo della durata di 12 anni. Ma questa, ormai, è la sfida di domani. La notizia di oggi è che la politica ha tracciato la rotta, e su quella rotta non c’è più spazio per un pallone.
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