Lanciano

Gli incendiano un furgone e due auto d’epoca, la rabbia della vittima: «Gesto compiuto da invidiosi»

27 Agosto 2025

Raid incendiario a Lanciano. Gabriele Maddestra dopo l’attentato di lunedì alle sue auto d’epoca e al furgone acquistato da poco: «Non ho mai avuto problemi con nessuno, qui mi conoscono tutti da 26 anni: amo questo quartiere»

LANCIANO. «Sono 26-27 anni che abito qui, non è mai capitato nulla, mai avuto un problema. La gente è invidiosa». Se lo spiega così Gabriele Maddestra, 73 anni, camionista in pensione, il raid incendiario che tre notti fa gli ha distrutto un furgone e due auto d'epoca. Alle 2,30 di lunedì scorso un boato e poi le fiamme hanno svegliato di soprassalto i residenti di via D'Annunzio, vicino alle piscine comunali, nel quartiere Santa Rita. Il fuoco stava divorando un Peugeot Boxer posteggiato sulla pubblica via e, nella vicina area privata condominiale, un Maggiolone Volkswagen e un'Alfa Romeo Giulia Nuova Super 1300, tutti di proprietà di Maddestra. A spegnere le fiamme e a mettere in sicurezza i mezzi ci hanno pensato i vigili del fuoco.

Al momento del rogo, il 73enne si trovava in Germania, a trovare la cognata. Avvertito nel cuore della notte dalla moglie Barbara, lunedì stesso si è rimesso in viaggio per tornare a Lanciano. «Lascio sempre il cellulare acceso anche di notte, perché non si può mai sapere», racconta l'ex autotrasportatore, «mi è preso un colpo, mi sono messo a piangere. Poi ho detto a mia cognata che dovevo tornare in Italia». T-shirt rossa e bermuda, Maddestra è in strada dove il carro attrezzi è arrivato per rimuovere i tre veicoli distrutti dal fuoco. Il procuratore di Lanciano, Mirvana Di Serio, che ha aperto un fascicolo per incendio doloso, ha disposto il sequestro dei mezzi, che vengono trasferiti nel deposito giudiziario. Munito di ramazza, pala e carriola, l'ex camionista si da da fare per ripulire la strada dai resti del rogo. Pezzi del vano motore del furgone, sciolti dalle fiamme, sono diventati tutt'uno con l'asfalto. «Il furgone era nuovo, lo avevo da appena un anno», dice Maddestra, «non so perché è successo, io ci tengo tanto a queste auto. Sono come gioielli, come figli per me, che figli non ne ho. Sarà l'invidia della gente», ripete.

Esclude un regolamento di conti o qualche ritorsione: «No, assolutamente. Io sono ben visto qui a Lanciano, da tutti quanti. Mi conoscono tutti, per le macchine d'epoca, per i raduni. Caricavo le auto sul carrellone e andavo a fare i raduni a San Salvo, a Pescara, ad Ancona, anche a Bologna sono stato. Ma anche nel quartiere, non si è mai lamentato nessuno: ho fatto sempre tanti lavoretti per questa zona del quartiere, come piantare l'alloro, creare del fresco. Quando abbiamo dovuto decidere il nome della strada, con tutti i condomini abbiamo proposto di intitolarla a Gabriele D'Annunzio, proprio perché io mi chiamo Gabriele».

Il raid di tre notti fa sembrerebbe, quindi, un fulmine a ciel sereno. I veicoli sono stati incendiati in sequenza, verosimilmente utilizzando del liquido infiammabile. «Sono venuti con la benzina, hanno spaccato i vetri e l'hanno buttata dentro», ricostruisce Maddestra, «la Giulia fuori è perfetta, ma dentro è distrutta. Proverò a pulire tutto e a rimettere cruscotto, sedili, impianti nuovi. Il motore va bene, l'ho aperto ieri».

Sull'incendio di chiara natura dolosa indagano nel più stretto riserbo i carabinieri del Nucleo operativo di Lanciano, diretti dal tenente colonnello Fabio Vittorini, che nelle prossime ore sentiranno il proprietario dei veicoli bruciati. «Per me erano minimo in due», ipotizza l'ex camionista, «e magari un altro faceva da palo». «È un fatto di per sé gravissimo, poiché potevano prendere fuoco anche altre auto», dice il sindaco Filippo Paolini, «al contempo, però, non ne farei un allarme sicurezza generalizzato. Si tratta di un incendio doloso mirato ad un singolo poiché, da quel che leggo dalle cronache, le macchine sono state cercate e bruciate una ad una. Se dietro ci sia una resa dei conti o altro, non lo so. Mi auguro che le indagini dei carabinieri possano venirne a capo e individuare i responsabili».