I carabinieri compiono 211 anni: oggi è festa in piazza San Giustino

La manifestazione in un luogo simbolo: qui l’Arma arrivò in Abruzzo, per la prima volta, nel 1860. Il bilancio del generale Neosi, poi la consegna dei riconoscimenti ai militari che si sono distinti
CHIETI. È il cuore della città, il luogo dove tutto ebbe inizio. L’Arma dei carabinieri festeggia oggi, alle 18.30, tra la gente, i 211 anni dalla sua fondazione. I comandi provinciali di Chieti e Pescara hanno scelto un posto simbolo: piazza San Giustino. Qui, il 18 ottobre 1860, arrivò il re Vittorio Emanuele II che, nel ripartire il 24 gennaio successivo, lasciò nello storico palazzo municipale un drappello di carabinieri a cavallo della sua scorta, come primo presidio dell’Arma in Abruzzo, in quella che successivamente sarebbe diventata l’8ª Legione di Chieti, articolata su due divisioni, quattro compagnie, cinque luogotenenze e ben 89 stazioni. Nell’ottobre 1861 il 3° Squadrone a cavallo lasciò la sede di piazza San Giustino e occupò il convento delle suore clarisse di santa Chiara, che tuttora ospita il comando provinciale intitolato al capitano Chiaffredo Bergia. Sarà una cerimonia – quella organizzata nel pomeriggio dalla Legione Abruzzo e Molise – in cui s’intrecceranno passato e presente. Una cerimonia aperta ai cittadini, a partire dai ragazzi delle scuole. Una cerimonia in cui, per sintetizzare tutto in un’immagine, i carabinieri a cavallo saranno accanto agli specialisti che, ogni giorno, lottano per la legalità utilizzando le tecnologie più avanzate, in un equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione.
Un’armonia che è la cifra stilistica di un’istituzione che, da più di due secoli, è Stato ma anche un po’ famiglia. È il giovane ufficiale che parla nelle scuole, agli studenti, per metterli in guardia dalle trappole del web e del bullismo. Ma è anche il maresciallone che sale sul pulpito di una chiesa di paese e insegna agli anziani come difendersi dalle truffe, senza citazioni evangeliche ma con consigli pratici per smascherare impostori sempre più sfacciati e fantasiosi.
Ogni 5 giugno si traccia il bilancio di un anno fatto di storie più e meno grandi. Ma tutte con un comune denominatore: la difesa del cittadino. Un’attività quotidiana che ha i volti rassicuranti dei comandanti di stazione e quelli che quasi nessuno conosce degli uomini dei reparti investigativi. È l’Arma delle inchieste difficili per recidere i tentacoli della criminalità organizzata, che cerca di infiltrarsi anche in Abruzzo mascherandosi sotto forma di attività commerciali. È l’Arma della lotta ai traffici di droga, in contesti che sembrano chissà quanto distanti dalla gente comune e che invece è indispensabile combattere proprio lì, alla radice, per evitare che fiumi di cocaina scorrano nei luoghi del divertimento e trascinino i ragazzi nel tunnel di una dipendenza che deraglia in episodi di sangue. È l’Arma che custodisce l’ambiente e che, per restare ancorati a solo una delle inchieste più recenti, dà lo stop alle colate di cemento e ai palazzi, a un passo dalla spiaggia, che strangolano il lungomare. Ma è anche l’Arma dei piccoli grandi gesti. Del sorriso riconquistato di un bambino a cui viene ritrovata la bici rubata.
Preceduta dalla deposizione di una corona d’alloro ai Caduti, davanti al monumento della caserma di via Madonna degli Angeli, la cerimonia odierna di piazza San Giustino sarà presieduta dal comandante della Legione carabinieri Abruzzo e Molise, generale di brigata Antonino Neosi. Dopo la lettura dei discorsi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del comandante generale dell’Arma Salvatore Luongo, Neosi, come da tradizione, traccerà il suo bilancio. Il pomeriggio sarà chiuso dalla consegna dei riconoscimenti ai carabinieri che si sono distinti nelle operazioni di servizio. In quella piazza dove tutto ebbe inizio.
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