In otto anni bruciate 110 auto Ma ora gli autori lasciano tracce

Inviati al Ris di Roma i bossoli della pistola che ha sparato in via Pertini, a San Salvo, prima del rogo Rispetto agli anni passati gli incendiari “firmano” i gesti lasciando elementi utili alle indagini
VASTO. Dell’ultimo attentato incendiario resta solo una chiazza scura sull’asfalto di via Pertini. La Mercedes incendiata è stata portata via e i bossoli dei colpi di pistola, forse una calibro 7,65, sparati contro l’auto sono stati consegnati ai Ris di Roma. Sull’accaduto gli investigatori hanno sollevato un muro di riserbo. «La vicenda è delicata», si limita a dire il capitano dei carabinieri, Giancarlo Vitiello. «Abbiamo ascoltato diversi testimoni e ne ascolteremo altri», aggiunge l’ufficiale. Nessuno ha visto l’attentatore. Quei due colpi di pistola hanno gravemente ferito la tranquillità della città, risvegliato angosce mai guarite e riportano alla memoria la lunga scia di attentati subiti dal territorio e sfociati talvolta in maxi operazioni.
Fuoco e attentati. L’angoscia del Vastese è giustificata e raccontata dai 110 incendi subiti in 8 anni. Dal 2005 al 2007 le auto andate a fuoco sono state 35. Dal 2008 al 2009 sono andate in cenere altre 30 vetture (5 in una notte sola) e persino l’intero deposito della Protezione civile. Altre dieci auto sono andate a fuoco nel 2010. Altrettante sia nel 2011 che nel 2012. Solo nei primi cinque mesi del 2013 il numero di attentati ha superato l’intero anno precedente. I raid non hanno risparmiato nessuno.
Operazioni e retate. La maxi operazione Tramonto che portò in carcere 43 persone è solo la retata più recente partita da una serie di roghi dolosi. L’operazione prese le mosse dagli attentati incendiari che a gennaio 2011 presero di mira esponenti politici e forze dell’ordine. Un anno prima la scia di fuoco portò gli investigatori a scoprire in città un racket delle estorsioni. L’operazione Crash sgominò una banda che per mesi aveva seminato terrore. E sempre gli incendi dolosi sono stati la miccia che ha prodotto le due operazioni Histonium 1 e Histonium2. «Cosa accade ora al Vastese?», è la domanda che i cittadini continuano a porsi.
Movente. Gli obiettivi sono mirati. Il motivo scatenante è ogni volta diverso. L’esecutore spesso ha già fatto i conti con la giustizia. Spesso agisce per futili motivi o per punizione. Il fuoco viene scelto perché distrugge e cancella ogni traccia degli esecutori. Negli ultimi episodi, tuttavia, gli incendiari hanno lasciato tracce del gesto doloso: in via Croci una scritta minacciosa sul muro, a San Salvo la bottiglia di benzina vuotata, a Punta Penna il contenitore del liquido infiammabile. Martedì l’autore dell'attentato a W.C. ha firmato il gesto con due colpi di pistola.
Paola Calvano
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