Megalò 3, la Regione boccia il centro commerciale a Chieti

Wwf, Legambiente e il consigliere regionale di Rifondazione Acerbo ieri ascoltati dal comitato Via

CHIETI. Il Megalò 3 ieri mattina è stato bocciato dal Comitato valutazione impatto ambientale della Regione Abruzzo. Il progetto denominato “Pinti Carmen e altri ora Akka”, che prevede la realizzazione di cinque edifici, non si farà. Per il momento. Per gli ambientalisti del Wwf Chieti e per il consigliere regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, e Angelo Di Matteo di Legambiente, il pericolo di un’altra colata di cemento a ridosso del fiume Pescara è stato scongiurato. La presidente del Wwf Chieti Nicoletta Di Francesco e l’esponente dell’opposizione in Regione ieri mattina sono stati ascoltati dai membri del comitato Via che ha accolto pienamente le argomentazioni contro la realiazzazione del Megalò 3.

«Peggioramento della qualità dell’aria in una zona considerata di risanamento conseguente all’inevitabile aumento del traffico», sono le osservazioni del Wwf che ha così contrastato quanto sostenuto dalla ditta che parlava di un collegamento filoviario e di una stazione ferroviaria metropolitana che non esistono. Gli ambientalisti hanno inoltre sollevato una questione di merito per quello che sembra il mancato coinvolgimento della Provincia di Pescara. Infatti parte del Megalò tre avrebbe occupato parte di Cepagatti. Inoltre il Wwf ha contestato che l’affermazione secondo la quale il movimento di terra con deposito di materiale registrato in zona (oggetto anche di un sequestro giudiziario della Forestale), fosse giustificato al solo fine di “effettuare caratterizzazioni”. Il Genio Civile, invece, con una nota del febbraio scorso, in seguito a propri accertamenti tecnici, ha parlato di “estese operazioni di reinterro e colmata non riferibili ad alcuna attività autorizzata e che avrebbero ridotto significativamente la capacità di laminazione delle aree golenali esondabili”. Il Wwf del resto ha sempre sostenuto che è rischioso continuare a costruire in area golenale e che le opere di difesa realizzate o previste non annullano il rischio, ma al più lo spostano altrove.

Il consigliere Acerbo e l’esponente di Legambiente hanno ribadito tutte le criticità già esposte nella seduta dello scorso aprile, e fatto una serie di valutazioni di carattere ambientale, paesaggistico, urbanistico, e socioeconomico, oltre ad aver fatto notare «smagliature anche sul piano amministrativo e procedurale.

Ma per Acerbo la contrarietà al Megalo 3 rimane di sostanza, prima di tutto per difendere il tessuto socioeconomico dei centri cittadini.

«Non è tollerabile l’ennesimo colpo ai centri cittadini di Pescara e Chieti», dice Acerbo, «colpiti da una progressiva desertificazione commerciale causata proprio dal proliferare selvaggio della grande distribuzione». Eppoi l’esponente di Rifondazione si domanda quale sia la riqualificazione che sia finora derivata dal Prusst già realizzato né soprattutto quale deriverebbe dal Prusst in esame, mentre è chiaro, osserva Acerbo, che il fiume e le aree circostanti hanno subito un’aggressione che andava evitata.

Alla fine dell’audizione il Comitato Via ha detto no.

«Il Wwf plaude al giudizio negativo e chiede che la Regione ripensi le sue scelte e che, in coerenza con quanto previsto dal proprio Statuto, tuteli il territorio e faccia scelte coraggiose contro progetti fortemente impattanti in un’area delicata a ridosso del maggior fiume abruzzese». «Lieti di aver difeso il nostro territorio dal saccheggio», commenta Acerbo, «peccato che in passato troppi occhi e orecchie siano rimasti chiusi».

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