Persi 2.300 furgoni ad Atessa, Sevel chiede la cassa integrazione per il guasto

La fabbrica di Atessa “paga” i due giorni di fermo produttivo per un problema alla ditta di Sulmona. Esauriti i sabati-extra, la direzione aziendale fa domanda all’Inps. Ma il record produttivo sarà salvo

ATESSA. I due giorni di fermo produttivo a causa di un guasto, a metà novembre, nella ditta Sistemi sospensioni spa di Sulmona del gruppo Magneti Marelli, sono “costati” alla Sevel oltre 2.300 furgoni che non potranno essere immessi sul mercato. Un danno pesante per lo stabilimento del Ducato Fiat e dei gemelli Boxer Peugeot e Jumper Citroen, che si trova nel suo massimo picco produttivo e alla fine dell’anno, quando le giornate di straordinario sono state quasi tutte esaurite. La direzione aziendale non ha praticamente più sabati per prevedere un recupero produttivo così ingente e il prossimo 3 dicembre, alla vigilia del referendum costituzionale, non si possono programmare extra lavorativi. Di qui la richiesta della copertura delle due giornate di stop tramite cassa integrazione, soluzione che seppure insolita, visto che in genere si richiede per cause completamente opposte come la mancanza di commesse lavorative, è prevista dal contratto.

La richiesta verrà quindi inoltrata all’Inps e, se dovesse essere accolta così come da disposizioni vigenti, implicherà la possibilità di utilizzare in via prioritaria i giorni di ferie e Par (permessi) residui dei lavoratori del 2015. Ma i furgoni non prodotti nelle giornate di fermo produttivo di metà novembre difficilmente potranno essere recuperati. Il guasto alla ditta Sistemi sospensioni, che produce componenti per auto e sospensioni e realizza per il Ducato tutto il gruppo delle sospensioni anteriori e posteriori, ha causato la mancanza di materiale per la Sevel che da anni lavora con il metodo del just in time, ovvero senza prevedere scorte. Un problema gravissimo per lo stabilimento di contrada Saletti che ha dovuto tenere a casa oltre 6.500 dipendenti per sei turni complessivi.

Quello di Sevel, che da sola produce un terzo del Pil regionale e garantisce la quasi totalità dell’export abruzzese, è un sistema complesso e delicatissimo. Tutto è perfettamente oliato affinchè dalla fabbrica della Val di Sangro escano 1.160 veicoli al giorno, costruiti in oltre 7.600 particolari diversi. Basta però un inceppo qualsiasi ad una delle fabbriche satellite di Sevel (gli stabilimenti dell’indotto che riforniscono di componenti il colosso Fiat-Psa) che tutto si smonta. Oltre 2mila furgoni in meno non impediranno alla fabbrica dei record di raggiungere un ulteriore traguardo produttivo (si parla di oltre 285mila veicoli per la fine del 2016 rispetto all’altro record storico di 260.800 furgoni del 2015), ma costeranno al gruppo decine di milioni di euro. E intanto è previsto per le prossime ore l’incontro con i sindacati per definire il piano ferie del periodo natalizio. Le organizzazioni sindacali, visti gli alti ritmi produttivi (il turno B è già arrivato a 14 straordinari più un turno di recupero) chiedono che si possa far organizzare le maestranze per tempo per far loro godere di un po’ di riposo.

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