Preso un big del traffico di droga

Albanese ricercato in mezza Europa sorpreso in auto con un complice.

CASALBORDINO. Era ricercato dalle forze dell’ordine di mezza Europa per spaccio internazionale di sostanze stupefacenti. Armand Duka, 32 anni, di nazionalità albanese, è stato bloccato domenica sera dai carabinieri della stazione di Casalbordino a un posto di blocco. Il latitante era in compagnia di un amico, Iank Doda, 28 anni, incensurato, ma con documenti d’identità contraffatti.
I particolari dell’operazione sono stati forniti ieri mattina dal capitano Manconi, comandante della compagnia di Ortona.

Armand Duka, la “primula rossa di Tirana”, che per due anni e mezzo ha tenuto in scacco le forze dell’ordine di mezza Europa è incappato domenica sera in un posto di blocco disposto dal comando di Ortona. L’uomo residente in Lombardia era colpito da un ordine di cattura del Tribunale di Brescia. A suo carico un’accusa pesante: traffico internazionale di sostanze stupefacenti in concorso con altri 31 connazionali.
Una organizzazione che a detta dei magistrati bresciani riforniva di droga il Nord e il Centro Italia. Una ventina gli amici di Armand furono arrestati a luglio del 2008. Lui era riuscito a sfuggire alla cattura e nessuno aveva più sue notizie. E’ stato catturato quando ormai tutti lo credevano in Albania.

A tradirlo i lineamenti del viso, visti e rivisti sulle foto segnaletiche presenti in tutte le caserme. Insomma un volto divenuto quasi familiare anche ai militari del comando della costa chietina. Per questo quando domenica sera hanno fermato nel centro del paese una Volkswagen Golf per normali controlli, hanno notato qualcosa di particolare in quell’automobilista che cercava di ostentare tranquillità. I carabinieri hanno cominciato a osservare meglio il giovane che muoveva le mani nervosamente. E’ bastato comunicare alla centrale il nome dell’automobilista e i sospetti sono diventati certezza. E Duka non ha trattenuto un gesto di stizza quando ha capito di essere stato “tradito” dalla sua popolarità.

La pattuglia ha fermato il latitante e subito dopo ha deciso di controllare anche i documenti dell’amico. Jank Doda non era ricercato, in compenso però aveva in tasca tre carte d’identità e altrettante tessere sanitarie contraffatte. Il sostituto procuratore Enrica Medori ha disposto il suo immediato trasferimento nel carcere di Vasto. Gli investigatori non escludono che Duka stesse riorganizzando in Abruzzo la sua attività illegale. Forse i documenti falsi trovati in tasca al connazionale gli servivano per poter vivere indisturbato nel Vastese. Non è neppure escluso che l’uomo stesse per espatriare. Tante le ipotesi e le domande a cui Duka e il suo amico dovranno rispondere.

La procura vuole scoprire perchè Adrian Duka si trovasse a Casalbordino, da quanto tempo era in Abruzzo e chi lo ha aiutato ad arrivare fin qui. E ancora chi ha fornito i documenti a Iank Doda e a chi erano realmente destinati. Entrambi gli arrestati subito dopo l’arresto si sono chiusi in un ostinato mutismo. La loro difesa per il momento è il silenzio.
Forse Iank Doda risponderà questa mattina al Gip di Vasto nel corso dell’udienza di convalida in programma alle 11. Intanto il comandante dei carabinieri di Ortona, il capitano Manconi ha comunicato l’arresto di Armand Duka alla Procura bresciana. Per il momento l’albanese resta a Vasto, ma è prevedibile il suo trasferimento nel capoluogo lombardo.